Oramai le hai provate tutte. Ti sei adoperato al meglio per il bene dei tuoi cari, di te stesso, senza risparmio alcuno. Certo, le tue risorse sono soprattutto esistenziali. Non disponi che del tuo coraggio, della buona volontà, finanche dell’ardire. Sei per di più creativo, ma nonostante queste copiose qualità morali ti sei imbattuto in una serie di muri ciechi. Ti sei scontrato con un’interminabile sfilza di barriere anonime che qualcheduno indica come la legge del più forte; ossia il baluardo che innumerevoli circostanze contingenti e deleterie hanno eretto per relegarti nel dimenticatoio della più turpe e umiliante incoscienza. Per confinarti di là, nell’angolo dei perdenti. Ed è inutile che ti appelli alla giustizia divina, al buon senso comune o alla compassione. E’ tempo perso. Devi trovare un’alternativa immediata. Saltare a piè pari gli ostacoli che la barbarie ipocrita e infingarda del caso frappone per costringerti ad libitum al ruolo di comparsa, di comprimario, di ombra.
Non ti rimane che … meditare
Sarà che mi ritrovo
a piangere sui muri
che io, col mio non-fare, con la rinuncia
ho avuto l’idiozia
di erigere, di far proliferare.
Barriere che proteggono
chi sopravvive a chiacchiere
mentre di là la vita,
ben lungi dal pretendere
che tu le dia il permesso,
festeggia di continuo
qualunque cosa accada.
Non rimanere inerte
a osservare il tempo
che vola indifferente.
Che tu sia tanto afflitto,
lo so, c’è chi disprezza
persino le preghiere
che tu silente e probo
diffondi nel bell’etere…
non ti rimane che
rivolgerti all’adesso,
convergere sull’ora
per far fiorir nel vuoto
il nucleo, il centro di te stesso.