Poesia dedicata, in particolar modo, a tutti gli ansiosi, a coloro che a causa della propria eccessiva ipersensibilità si sentono perennemente in bilico o avvertono un pericolo imminente. Mentre la loro mente si dispone subito sulla difensiva, il loro corpo si contrae fin nei più remoti recessi. Sperimentano, quindi, un’incredibile varietà di noiosissimi acciacchi o inconvenienti che si succedono senza posa tentando di distoglierli dalle identificazioni più futili per ricondurre l’attenzione al nucleo del proprio sé, lo stargate della mente, fonte del benessere super-cosciente (spirituale).
Meditare sulle ombre (del passato)
Già, che credevi, qui si discetta
sulla spiritualità implicita, inerente.
Si, ma quella un po’ morbosa dell’amore
per le più truci ombre del passato
che dona un senso alla tua continuità.
E proprio mentre i pensieri
si rivelano per ciò che sono realmente,
ridondanti vettori pressoché incoerenti,
tu riscopri la verità sempreverde
di quell’umile contadino dei ricordi
che di tanto in tanto riemergono,
ti fanno un cenno e poi svaniscono
nello sfavillante nonsenso
della coscienza più recondita, sottesa,
il centro stesso del tuo presunto sé.