Incisi sul portone d’ingresso di un’antica dimora in disuso lessi alcuni versi che per la loro spontaneità mi lasciarono interdetto. Suppongo sia stata la preghiera spontanea di un qualche viandante che aveva trovato rifugio nell’edificio. Prima di procedere oltre ricopiai quei pensieri. Sono così semplici che introdurli sarebbe superfluo. Forse l’anonimo che li formulò riceverà così – seppur via etere – quel minuscolo frammento di gloria che in vita, probabilmente, non colse mai.
La preghiera del viandante anonimo
Dio delle mille stelle,
ma di quel solo cuore,
illumina quest’essere
disperso tra le nebbie
di chi non sa o non vede
null’altro che se stesso
mentre là fuori è freddo
e c’è chi soffre sempre.
Dio che dall’alto vegli
su chi ti chiede aiuto,
soccorri chi ti prega
e poi sorridi al vento.
Dio delle mille stelle
e di quel solo cuore,
tu sei il candore
che illumina chiunque.