Com’è che conduci la tua vita quotidiana? T’impegni, ti dedichi, t’immedesimi, ti adoperi, ti consacri a un ideale; oppure predichi l’amore per il prossimo, se non la compassione e t’illudi che l’insieme sia, di per sè, perfetto. Senonché una circostanza qualunque, un evento improvviso – forse un imprevisto, ossia una situazione al di fuori della routine – ti sveglia, ti riporta a te stesso, a tutto ciò che in definitiva conta davvero: l’autocoscienza che si richiama all’essenza o, in altri termini, il ricordo di sé.
Il ricordo di sè
Così, di punto in bianco,
senza che l’attendessi,
mentre il sole brilla in alto, in cielo,
anche se l’umore non è tra i più frizzanti,
piove a dirotto sulla tua coscienza
che sperava di restare indifferente,
presa di qua e di là a cincischiare
dimenticando che tutto ciò che conta
non è la tua esperienza del bel mondo,
ma l’intuizione del tuo sè – o non sè – primevo,
ciò che credevi fosse solo un mito,
ma è più reale di quanto appaia sempre.