Nella quiete della pratica meditativa, quando il rumore del mondo si placa, emerge una verità essenziale: l’amore non è semplice sentimento, ma puro atto che trascende ogni scopo. Quel “calvario repentino” di cui parla il testo di questa poesia non è forse il percorso che ogni cercatore spirituale affronta quando, abbandonati i conflitti della mente, si avvicina all’essenza? La meditazione ci di-mostra come la stilla d’amore e la goccia di sangue siano in fondo la stessa cosa, espressioni diverse di un unico dono totale. In questo spazio sacro oltre la logica, dove bene e male perdono i loro confini, scopriamo che la vera guerra non è “fuori”, ma nei propri attaccamenti, ossia nel vano sforzo di separare ciò che, di per sé, è già indivisibile. E forse, proprio nel lasciar andare – figli, fratelli, compagni di viaggio – ritroviamo l’insieme, in una compassione che abbraccia senza possedere.
Guerra
L’amore,
materializzato nel suo scopo,
è il culmine di ogni risultato.
La stilla d’amore,
conclusione di un repentino calvario,
conduce la mente alla goccia,
di sangue.
Noi e il nostro dono.
Noi che abbiamo donato la vita.
Noi pur esclusi,
volontà irrilevante.
Noi e il bene e il male.
Noi etica.
Al di là della logica.
Noi pensiero coerente, se fumo,
se solo sapessi che pena, Signore,
lasciare i miei figli,
fratelli,
compagni d’armi e di gioco.
Epilogo
Alla fine del nostro esplorare, ciò che rimane non è una risposta, ma un silenzio carico di significato. Quella “volontà irrilevante” di cui parla il testo si rivela, alla luce della consapevolezza, come il più autentico atto di amore: il coraggio di donarsi senza pretendere di comprendere. La meditazione non risolve i conflitti, ma ci consente di vederli con occhi nuovi – non come battaglie da vincere, ma come passaggi necessari verso un’unità più grande. Forse il vero dono non sta nel trattenere, ma nel lasciare andare; non nell’avere ragione, ma nel riconoscersi parte di un tutto che ci sovrasta. E in questo riconoscimento, anche la guerra interiore – come quella esteriore – trova una sua pace.