Il modo più semplice e immediato per avvicinarsi alla meditazione, per sfiorarla, sollecitarla e consentirle di accadere è non pensare. L’ho scritto e siccome sono un tipo a cui non piace affatto riportare dei sentito dire, ma solo ciò che ha esperito sulla propria pelle, ci riprovo subito. A presto. … Bene, la pur breve seduta – si fa per dire, ero disteso – ha avuto successo. Ad esser del tutto sincero non è stata affatto un’impresa. La strada, la via, il percorso lo conoscevo. Ciò non toglie che ogni volta sia sempre una nuova sorpresa.
(Uno dei possibili approcci per meditare)
Mentre la bufera della vita soffia con veemenza sugli incolpevoli villaggi della mente, osserva l’andirivieni mesto dei pensieri che tentano di sopperire all’insoddisfazione che provi verso la realtà effettiva creando un mondo virtuale, tutta una serie di situazioni immaginarie e alternative. Un mondo che col tempo finirai per proiettare e sovrapporre alla realtà condizionando le tue interpretazioni delle vicende quotidiane, dei rapporti, demistificando e inquinando la sola cosa che per ora si avvicina di più al soprasensibile, alla supercoscienza, lo spirito di verità.
Osserva, dunque, l’insoddisfazione. Dopo di che, quando sarà, lì per lì, svanita osserva l’inevitabile, te stesso. Sennonché, ad un certo punto, ti accorgerai che anche ciò che definisci “te stesso” ha dei limiti. Se procedi oltre incontrerai un nulla-tutto in continuo, costante e perenne divenire, il regno della meditazione.
La conseguenza della compressione dei pensieri è lo stress; porre un rallentamento a questo inquinamento emotivo, ti induce a fare spazio e a vivere nel “qui ed ora”.
Questa è l’essenza della meditazione. Vivere nel presente, fare spazio, lasciare andare. Namaste.