Gli insegnamenti degli antichi maestri in tema di meditazione sono fondamentali. I metodi tradizionali sono preziosi gioielli spirituali. Ma quando si traspone la meditazione in ambiti e contesti diversi dagli ambienti originari in cui ebbero inizialmente luogo bisogna effettuare degli opportuni adattamenti. Ciò che dovrà cambiare sarà soprattutto il linguaggio con cui si trasmettono i suggerimenti meditativi, nonché commenti e riflessioni per facilitarne la pratica.
La meditazione non ha segreti. E’ questa la differenza più rilevante con le religioni di matrice biblica. Non ci sono misteri, perché non v’è nulla da nascondere o rivelare. In effetti la meditazione è la religione più democratica che esista, la religione del futuro. La consapevolezza e la comprensione che si conseguono spontaneamente per via della sua pratica annullano le differenze ideologiche e uniscono sulla via dell’amore.
Quando siedi in meditazione e osservi i tuoi stessi pensieri e il respiro e ti rilassi non compi alcun atto sacro. Quando la dimensione del silenzio si avvicina e la tua coscienza si espande non realizzi nulla di straordinario. Stai semplicemente esplorando una potenzialità che esiste da sempre, quella di sintonizzarti con l’essenza e attingere l’energia necessaria per ampliare il tuo orizzonte esistenziale.
Assumi una posizione confortevole, ma rimani ben dritto e attendi. Cos’è che dovrebbe accadere? credi, forse, che il cielo ti mostrerà un varco per riuscire a scorgere l’infinito? Questa meditazione consiste nell’attendere, ma senza sperare, senza prefigurarsi alcunché, rimanendo, quindi, con ciò che è. L’oggetto dell’attesa non esiste. Il valore di questa pratica è proprio nella sua assurdità. E la mente, che per procrastinare la propria attività frenetica necessita di rinnovare viepiù schemi logici e concettuali, di tessere all’infinito le sue trame, si troverà ad un bivio. Costringerti ad alzarti per inseguire sempre nuove ombre o distenderti. Ma tu non costringerti. Vi saranno dei giorni in cui preferirai correre e altre occasioni durante cui ti sembrerà più naturale fermarti.
Transito su una superficie
così irta d’ostacoli
che la meditazione sembra
un hobby senza senso.
Chiudo gli occhi, scruto ricettivo,
ma l’alternativa è l’attesa.
Paziento un po’, ma se insisto troppo m’addormento.
Rimango all’erta, (solo), sempre più titubante.
Osserva qualunque cosa accada.
Sappi ch’egli verrà comunque,
ma lo riconoscerai solo se rimarrai ben sveglio.
Dai, prova subito, non posticipare.
trova una postura consona.
Socchiudi un po’ le palpebre
e attendi l’inattendibile.
Epilogo
Ora basta, per il momento mi sembra più che sufficiente. Percorro e ripercorro gli stessi temi, girando e rigirando intorno agli stessi argomenti, ma la meditazione non è nei temi, negli argomenti, nelle parole adoperate per descriverla. Semmai la trovi qui! Come ricondurmi all’ora, all’adesso? Rileggi d’un fiato, poi chiudi gli occhi e prova …