57 – Il percorso spirituale: qual’è il primo passo da fare per poter intraprendere un cammino meditativo efficace?
Forse l’indicazione migliore è che ciascuno dovrebbe trovare una propria via. Per quanto mi riguarda, mi “ritrovo” nel silenzio. Se mi sovvengono pensieri li osservo per ciò che sono e siccome ho deciso preventivamente di rilassarmi ne pospongo una valutazione più attenta ad un momento meno inopportuno.
Il silenzio non è mancanza assoluta di suoni o pensieri, ma è ciò che emerge dalla propria interiorità persino nei frangenti più rumorosi. Esso proviene da una sorta di accettazione che deriva da un riconoscimento del valore della vita al di là di qualunque valenza ipotetica. In pratica mi siedo e ascolto, oppure cammino e presto attenzione sia al mio incedere che ad ogni eventualità si verifichi, ma evitando di proiettare o immaginare. Da siffatto silenzio emergono tranquillità di spirito, comprensione e tolleranza, rari momenti di felicità immotivata che, tuttavia, non dipendono dalla mia volontà, ma seguono vie apparentemente inspiegabili. Quindi, per concludere, pur dedicando a me stesso solo pochi attimi giornalieri, mi pare di aver compreso che la serenità non è una condizione mentale, ma è implicita alla natura stessa delle cose. Siamo noi che con la nostra avidità riusciamo a deformare qualunque circostanza. Da qualche parte ho letto che la natura della vita è gioia. Talvolta mi sembra di comprenderlo. Tal’altra vedo solo stupidità. Senza intelligenza non vi può essere nemmeno amore.