È giusto credere in Dio, l’essenza metafisica, prima di averne fatta esperienza? È un quesito che si pongono in molti ricercatori, spirituali, s’intende. Ma in realtà è del tutto teorico, è privo di fondamento. Com’è possibile, infatti, pensare che tutto ciò che esiste non abbia avuto, a sua volta, un’origine? Persino il cosiddetto nulla è un’astrazione. In effetti si tratta solo di un’assenza che, per esser definita tale, deve rapportarsi, giocoforza, all’esistenza medesima.
Dio sarebbe dunque – secondo alcuni approcci religiosi – un’origine senza principio nè fine che esisterebbe indipendentemente dalle nostre credenze o – come affermano altri orientamenti culturali – una sorta di “Grande Architetto dell’Universo”. E sorrido pensando a quante diatribe, se non peggio, siano nate sulla questione. Cercare Dio è come provare a capire se sia nato prima l’uovo o la gallina. In quanto a farne o meno esperienza … beh, la meditazione aiuta ad aprire le porte del vestibolo coscienza o, quelle che danno verso il centro, ossia l’alto e attendere che un po’ di luce ne illumini l’ambiente. L’unica certezza che mi permetto di suggerire è di non considerarlo a priori un’entità antropomorfa. Se non altro, perché sarebbe troppo riduttivo.
Quindi – prima di concludere – credere che il “Centro” per antonomasia sia come un direttore d’orchestra o meno mi sembra una banale, quanto inutile, controversia. O peggio, una disputa di potere. Si, perchè ci saranno sempre masnade d’invasati con inconscia propensione a delinquere che in “Suo” presunto nome pretenderanno di dettar legge, ma la loro, – a conti fatti – a proprio beneficio. Innanzitutto smetti di cercare mentalmente. Poi da’ ascolto alle tue risorse più intime. Chi trova una pepita d’oro non ha bisogno di crederci. Il resto verrà da sé.