Considerazioni sull’uso dei simboli come espediente introspettivo per conoscere o avvicinarsi a se stessi e, più in generale, per tentare d’intravedere uno spiraglio di realtà, e ricercare, ovviamente con tanta umiltà, un proprio barlume di verità. Spunti per la meditazione.
Il “gioco”, senz’altro istruttivo, delle interpretazioni simboliche può essere utile. Ma non si corre il rischio di aggiungere concetti su concetti alle informazioni di cui già disponiamo? In passato mi sono interessato anche di esoterismo, ma non è servito a nulla riflettere, comprendere, senza poi meditare. Non voglio dire che la meditazione sia indispensabile, anche la preghiera svolge ottimamente le sue funzioni, piaccia o meno ci avvicina a noi stessi. Dove per noi non intendo la nostra anima, ma ciò che siamo prima di qualunque sensazione o ipotesi.
Lo studio di certi libri, di tutti i libri che trattano insegnamenti spirituali, può essere utile per comprendere, ma è un esercizio provvisorio e limitato. Diciamo che è indispensabile giungere al punto laddove le vie si unificano e si comincia a riconoscere l’interiorità cristallina. Il problema è che la maggior parte delle persone si attacca spasmodicamente alle parole, ai concetti, v’intravede e vi proietta la propria immagine di Dio, che prima o poi, ovviamente, si rivelerà solo una dolce confortevole speranza, una mera e deludente supposizione. Questo perché se non tenti di conoscerlo direttamente puoi solo immaginarlo, oppure accettare la cosiddetta autorità interposta che a sua volta si basa quasi sempre sui libri e spesso conosce ben poco di quanto blatera e afferma.
Senza l’autoconoscenza, o il tentativo di rendersi disponibili e aprirsi all’alto, non c’è speranza: una moltitudine di brava gente, splendide persone, ma che hanno già rinunciato in partenza, o illuse di trovare il bandolo della matassa nelle credenze, nei testi cosiddetti sacri, nei riti … ottimi placebo, calmano, rasserenano superficialmente, ma poi, di fatto, danno il via libera per continuare ad essere ferocemente ipocriti, oppressivi, egoisti e quant’altro …