Sia quanto ci accade direttamente, in prima persona, che i conseguenti, pressoché inevitabili, dubbi interpretativi, se non chiariti o ponderati a dovere, lasciano spesso un indelebile senso d’insoddisfazione. La loro traccia è latente, sotterranea. Che fare, come comportarsi o regolarsi qualora … Ovviamente non esistono risposte definitive, ma solo cenni, indizi che ci aiutano comunque a riflettere, a meditare, a trovare o cercare la giusta centratura, un po’ di equilibrio …
From: anonimo
Subject: Meditazione
Quesito
[sintesi] Ho letto svariati libri sullo yoga e la spiritualità e, soprattutto, meditato per anni. Poi, di recente, ho avvertito l’apertura successiva dei chakra e l’ascesa, piuttosto virulenta, dell’energia Kundalini. Ho temuto che questa sorta di exploit potesse nuocermi, ma considerati i notevoli benefici già conseguiti non intendo smettere di meditare. Potreste darmi qualche consiglio? Grazie.
Risposta
Anonimo, ti rispondo subito e senza tergiversare. In genere cerco di evitare il commento di circostanze analoghe a quelle che hai così chiaramente descritto perché comporterebbe la formulazione di affermazioni la cui responsabilità morale andrebbe ben al di là di una semplice e colloquiale email. Il nostro è solo un modesto supporto online, più che altro considerazioni informali.
Indipendentemente dal fatto che i fenomeni in questione siano più o meno soggettivi e quindi relativamente opinabili, ovvero il risultato della proiezione indiretta di quanto tu non abbia già incontrato nelle tue pur proficue letture, quando i riscontri fisici sono così evidenti è indispensabile il colloquio con un insegnante esperto che possa fornire suggerimenti, indicazioni o pareri personali.
Più in generale, esortiamo sempre a non perdere mai di vista lo scopo essenziale della meditazione, ossia il rilassamento. A tal fine è necessario rammentare che la concentrazione iniziale – ad esempio il focus, la convergenza sul flusso spontaneo del respiro – è utile soprattutto per creare una certa equidistanza, per non sentirsi eccessivamente coinvolti. Se si eccede – nella suddetta concentrazione – potrebbero verificarsi quei fenomeni così perentori cui hai appena accennato.
Pertanto, dopo i primi frangenti di relativo raccoglimento, sarà sempre utile disporsi in qualità di “osservatore”, dei pensieri, delle emozioni, di ciò che accade. Non dimenticare, quindi, di alternare una postura statica con la meditazione camminata. Non esagerare mai. La meditazione è la via di mezzo, dell’equilibrio. Al contrario, la mente indisciplinata si trova a suo agio soprattutto agli estremi. Le manifestazioni di origine psicosomatica – quali per l’appunto le avvisaglie della cosiddetta Kundalini – possono essere molteplici, ma più che segni di un ipotetico processo di trascendenza sono spesso il suo rifiuto, il modo in cui l’ego si oppone e tenta di distoglierti dal seguire il cammino spirituale.
Riepilogando. I sentieri che la consapevolezza umana percorre per sublimare le sue istanze più inconsce e, per certi versi, ancestrali, sono svariati. Uno di questi è stato indicato dalla tradizione come l’ascesa di kundalini. Questo processo, di per sé, non è tuttavia un fenomeno violento. In realtà è come la risacca dell’oceano; il gorgoglio di una sorgente montana; il soffuso tramestio di un viale affollato, ma d’idee e di null’altro; il discreto riflusso di un modesto ruscello campestre. Ma quando c’è opposizione si dimostrerà viepiù impetuoso. Sono gli ostacoli, la reticenza al rinnovo della propria prospettiva esistenziale, il rifiuto all’accettazione di “ciò che è”, dell’adesso, dell’attimo, del qui e ora, che ci rendono edotti della corrente e non viceversa.
Mi rendo conto come il tema in questione sia stato relativamente difficile. Kundalini esiste, non è una fantasia, ma il modo in cui si percepisce dipende da ciascuno. Per taluni passerà inosservata e ne percepiranno solo il riflesso conclusivo, allorquando il settimo chakra, il “Sahasrara”, che in sanscrito significa “dai mille petali”, rappresentato come uno splendente fiore di loto, comincerà a dischiudersi. I più alterneranno fasi di relativa insofferenza a un sorprendente benessere fin quando gli estremi diverranno così contigui da ricongiungersi in un’ascesa senza più principio né fine.
Cordiali saluti, grazie per la visita.
* * *
From: visitatore
Subject: Contemplare equivale a “pensare in una certa direzione”.
Quesito
Contemplare non significa osservare senza pensare e giudicare? Come è possibile osservare senza formulare giudizio alcuno? … omissis …
Risposta
Per una risposta esauriente sarebbe stato preferibile che tu avessi citato la pagina o l’articolo di riferimento, suppongo sia questo. A ogni modo, contemplare equivale a “pensare in una certa direzione”. Non si tratta di una rielaborazione d’idee, bensì di una semplice presa d’atto, una constatazione oggettiva. Un oggetto di colore rosso è semplicemente rosso. Che bisogno c’è di giudicare sempre e comunque? Ovverosia di pensare: mi piace, non mi piace, ecc. Naturalmente capita, è normale, ma di tanto in tanto sarebbe preferibile, quando non ve ne sia vera necessità, allentare la presa e rilassarsi con le cose così come sono …
* * *
From: mattia_78
Subject: domanda
Quesito
Salve, mi chiamo Mattia … una domanda forse stupida … stupida perché forse la risposta è semplice … visto che nessuno lo dice, cioè che si possa fare … si può meditare da sdraiati? Grazie, Mattia.
Risposta
In effetti si può meditare persino camminando, quindi anche sdraiati. Tuttavia è decisamente preferibile assumere posizioni anatomiche confortevoli si, ma comunque corrette. La posizione supina concilia il sonno, invece una spina dorsale ben dritta favorisce l’attenzione. Se non ci sono gravi impedimenti fisici non meditare sdraiato.