La gioia è un’emozione così profonda al punto di arricchire la nostra vita quotidiana a livelli inimmaginabili. In questi appunti, esploreremo le riflessioni di Charlotte Joko Beck, una rinomata insegnante di meditazione, sulla natura della gioia e su come possiamo coltivarla attraverso la pratica meditativa. Scopriremo come affrontare i momenti difficili e trovare serenità interiore, imparando a vivere con maggiore consapevolezza e gratitudine. Un viaggio verso una vita più piena, gradevole ed entusiasmante, guidati dalla saggezza della meditazione.
«A volte i bassi (della vita – ndr) sono più frequenti e profondi degli alti. … Di colpo ci sentiamo fisicamente malissimo e non capiamo cos’è che non vada. Il nostro compagno ci molla, o noi molliamo lui. I nostri figli vanno via di casa o ritornano. Con l’età e la malattia può capitare che i bassi siano più frequenti. Ma il nostro apprendimento accelera perché cominciamo a capire che la vita è sempre un saliscendi. Non starà mai ferma in modo che possiamo sentirci tranquilli. È proprio la follia di volere che le cose siano sempre le stesse, che rimangano piacevoli, a impedire alla nostra vita di essere gioiosa.
Essere gioiosi significa essere in qualsiasi punto dell’arco dell’altalena su cui siamo seduti. Da qualche parte saremo sempre. Ciò non significa che non ci importi delle cose, per esempio di perdere un lavoro o di ammalarci. Ci occuperemo di quello di cui dobbiamo occuparci, ma senza la pretesa di occuparcene subito, immediatamente, e per sempre. Il pensiero che dovrei essere gioioso quando sono sul fondo è un pensiero. È un concetto. La realtà è che quando sperimentiamo il momento pienamente, così com’è, la gioia si rivela. Ma per questo non dobbiamo fare niente; la gioia è, punto.
Questa gioia è accessibile in qualsiasi momento.
Quando riusciamo a essere solo e assolutamente quello che siamo, nasce una gioia facile e sorprendente. È una cosa semplicissima, per tutti. Quando comprendiamo che la pratica consiste nello stare davanti a quello che c’è, questo porta alla gioia. La gioia non è l’equivalente della felicità. Negli Stati Uniti abbiamo tanta ricchezza e tanti vantaggi materiali che tendiamo a pensare che la felicità sia un nostro diritto. E adoriamo i nostri oggetti di consumo. Pensiamo di poter raggiungere la felicità a forza di oggetti. Per la prima volta nella mia vita possiedo una lavastoviglie. Ho sempre pensato che, cucinando per una persona sola, una lavastoviglie non mi servisse: i piatti erano troppo pochi. E invece adoro questa lavastoviglie. È semplicemente meravigliosa. E al tempo stesso mi rendo conto che, se non avessi la lavastoviglie, potrei vivere comunque. Mi ci abituerei nel giro di un paio di giorni. La felicità è il “su-su-su”. La gioia è la pace in quello che c’è. Non dovrebbe essere diverso.
La gioia è quello che sta accadendo, meno la nostra opinione al riguardo. Significa che la vita e io siamo la stessa cosa. È solo “quello che sta succedendo”. Questo è gioioso.
Forse lo sapete già. Ma quando lo sapete davvero nel corpo, lo sentite. Allora incontrate la gioia in quello che c’è, senza farvi sballottare tanto da ogni piccolo sbandamento della vostra vita.»
[Da: Charlotte Joko Beck, “Meraviglia quotidiana. Vita e pratica zen“]