Il kokyu, antica pratica respiratoria delle arti marziali giapponesi, è un’arte che unisce corpo, mente e spirito. Attraverso una respirazione addominale lenta e profonda, si accumula Ki (energia vitale), riempiendo ogni parte del corpo e connettendosi all’Universo. Il segreto sta nel controllo dell’espirazione, mentre l’inspirazione avviene naturalmente. Questa pratica, che richiede costanza e attenzione, non si limita al dojo: può essere integrata nella vita quotidiana, camminando, lavorando o persino dormendo. Quando corpo e mente sono in armonia, il Ki fluisce con potenza inimmaginabile, superando ogni limite. Scopri come il kokyu può trasformare la tua vita, portando equilibrio, forza e connessione con l’energia universale. Pratica la meditazione respiratoria per vivere in piena consapevolezza.
Kokyu, la pratica del respiro
«Attraverso la respirazione il Ki si accumula e riempie tutte le parti del corpo. Ma viene emanata come l’acqua che scaturisce inarrestabile solo quando corpo e mente sono sereni e distesi.
Tutti noi per vivere dobbiamo assorbire ossigeno ed espellere anidride carbonica. In genere “ci dimentichiamo” di respirare e lo facciamo in modo automatico e casuale. Nelle arti marziali giapponesi, invece, si impara a svolgere questa importante azione con più consapevolezza. Una delle principali pratiche respiratorie si chiama kokyu, una respirazione addominale lenta, profonda e lunga da eseguire in modo naturale.
Per apprendere il kokyu in genere si preferisce insistere sul controllo dell’espirazione e lasciare che l’inspirazione venga da sé utilizzando il naso. Sarà bene dunque, parlarne un po’ di più. Nell’inspirazione i molari sono leggermente serrati, la lingua è in contatto con il palato e le narici si allargano. In questa fase l’ano è chiuso e si immagina che l’aria scenda più in basso dell’ombellico. Quando si inizia la pratica può essere utile contare mentalmente per rendere regolare l’inspirazione e l’espirazione.
Nella pratica del Budo l’inspirazione è rapida, si tiene l’aria nei polmoni per poi decidere se c’è il bisogno di rigettarla rapidamente o, al contrario, lentamente. Bisogna prestare molta attenzione alla padronanza del kokyu, che non consiste solamente nel rinnovare l’aria dei polmoni, o nel rigettare le impurità. Durante la pratica è necessario avere coscienza del respiro per potersi riempire di un Ki puro. Questo irradiamento costante del Ki viene chiamato shisei.
Il Ki immagazzinato esce con potenza quando il bisogno si fa sentire. Esercitarsi continuamente è l’unico modo per ottenere un buona respirazione e un giusto shisei. Bisognerebbe farlo non solo nelle lezioni, ma anche nella vita quotidiana: quando camminiamo, mentre aspettiamo il tram o sul lavoro. Perfino quando si va a dormire, ma bisogna esercitarsi con passione. Se una urgenza si presenta, il vostro kokyu ben allenato da una pratica costante sarà subito pronto.
Il corpo nutrito di Ki dà vigore e quando si è in armonia con la natura (fusi in un sol corpo con l’Universo), questa energia lo invade e si può farla scaturire con una potenza tale da sorpassare la comune immaginazione. Se, però, la nuca, le spalle e le braccia sono contratte inutilmente, o se immaginate di essere forti o al contrario deboli, o se non credete che questa forza esista, allora si formeranno blocchi che non permettono al ki di passare. La forza della respirazione (kokyu ryoku) anche se si esprime tramite noi non è nostra. E’ la forza della respirazione del cielo e della terra che supera la nostra identità per darci l’energia dell’Universo.»
[ Francesco Aleo – Redazione LifeGate – CC BY-NC-ND 4.0 ]