La “fede” non è un concetto universale, ma assume significati diversi a seconda del tipo di individuo. Per l’uomo motorio, è la spinta a migliorarsi fisicamente; per l’emotivo, nasce dalla paura e dal bisogno di stabilità; per l’intellettuale, è l’accettazione dell’irrazionale. Ma per chi intraprende il “lavoro su di sé”, la fede è qualcosa di più profondo: è la “sofferenza consapevole” che sorge quando ci osserviamo senza illusioni, riconoscendo i nostri limiti e le nostre maschere. Questa sofferenza, frutto della verità, diventa la molla per superare se stessi e avvicinarsi alla realtà autentica. Attraverso la meditazione e l’auto-osservazione, possiamo coltivare questa fede, trasformando il dolore in una spinta verso la crescita interiore. Scopri come la fede consapevole può guidarti oltre le illusioni del Sé.
«Cosa è la fede? Per comprenderlo dovremo innanzitutto chiederci: la fede per chi? Per l’individuo centrato sull’aspetto motorio istintivo? Per colui che è centrato sulle emozioni? Oppure per l’intellettuale razionale? Solo quando avremo penetrato cosa rappresenta, cosa genera, cosa è fede per questi tre particolari tipi di uomini, potremo comprendere cosa è fede per l’uomo-artista (nel senso dell’Arte del Lavoro su di sé).
In tutte le grandi religioni, in tutti i testi sacri, viene richiesta la fede per colui che persegue la via del mistico. Eppure il vero significato del termine “fede”, così come veniva inteso originariamente, sembra ormai completamente dimenticato ammantandosi di un valore a volte troppo poco chiaro. Molti termini presenti nei testi sacri hanno un significato assai preciso, senza il quale alcuni concetti specifici perdono completamente il loro vero senso acquisendone a volte uno diametralmente opposto.
Analizziamo ora il termine “fede”, secondo la classificazione di Gurdjieff. Poniamo il caso dell’uomo motorio, di uno sportivo ad esempio. Cosa sarà per lui la fede? La fede per lui sarà la constatazione del suo bisogno di un istruttore, di uno sport, di un allenamento. Quando l’individuo motorio si accorge del suo decadimento fisico, inizia a fare… inizia ad allenarsi per contrastarlo. Questa è la fede per lui. Per l’individuo emotivo, invece, la fede sarà la constatazione delle sue difficoltà emozionali. Potremmo dire che la fede per l’emotivo è la paura; cioè essa genera un bisogno, la spinta per cercare (fuori o dentro) quella stabilità perduta. L’emotivo, sotto la spinta della paura (o di un disagio emotivo), cerca una soluzione (definitiva o transitoria) che possa sedarla o risolverla. Per l’intellettuale, invece, la fede è l’irrazionale, cioè la constatazione, l’aver preso atto, che alcune cose non sono spiegabili razionalmente. Il decadimento fisico, la paura e l’irrazionale sono cause che generano la fede specifica in ogni tipo ordinario.
Che tipo di fede viene richiesta, invece, all’uomo che lavora su di sé? Certamente non una fede meccanica, un evento causale estemporaneo o una cieca fiducia. La fede, in questo caso, deve avere, almeno in parte, una certa dose di coscienza, deve condurre ad una certa forma di conoscenza. Potremmo affermare, in base a ciò che abbiamo detto per le altre tipologie, che la fede per lui è la sofferenza.
Spieghiamoci meglio. Quando l’individuo inizia a vedersi, inizia ad osservare se stesso per quello che è, quando nel farlo viene aiutato e non può mentirsi, decade il velo delle sue menzogne. L’individuo inizia ad osservarsi con sprazzi di oggettività. Questa visione determinerà la frantumazione dei suoi sogni, delle false idee che ha su se stesso: il lavoro sulla maschera. Questo genererà in lui una sofferenza sottile, nata dalla constatazione. Questa constatazione, questi risvegli momentanei lo porteranno a soffrire conseguentemente. Un sogno disilluso è sempre una piccola morte.
Questo genererà in lui la fede, cioè quella spinta (sorta dalla conoscenza di quello che lui è realmente) a stare vicino al suo limite per tendere al superamento. Allontanarsi da tutto questo sarà perdere il contatto con la realtà, perdere il senso del suo limite, perdere la conoscenza del reale…. In tre parole: perdere la fede.»
[ Da: Gli ultimi saranno i primi – G. I. Gurdjieff ]
– Georges I. Gurdjieff (amazon)
– George I. Gurdjieff (macrolibrarsi)
– Aforismi di G. I. Gurdjieff (1869-1949)
– Georges Ivanovic Gurdjieff (wikipedia)
– Quarta Via – Wikipedia