Quante volte sei ricorso, in guisa relativamente artefatta, ossia come necessità forzosa e non come scelta viepiù deliberata, alla pazienza? Sia chiaro, rincorrere la pazienza tout court non è affatto salutare. Quando la pazienza non si manifesta come moto spontaneo dell’animo si gettano le basi per una forzatura soggettiva che prima o poi potrebbe creare, nostro malgrado, dei sostanziali contraccolpi emotivi. I flussi e riflussi degli stati di coscienza – che come maree si alternano vicendevolmente – non sono quantificabili, ma tant’è … prima di avventurarti nel variegato mondo della pazienza contempla quindi, con la fissità che si conviene, la tua benedetta impazienza …
“Nella mia gioventù la pazienza non mi sembrava affatto un obiettivo degno o interessante da raggiungere. Mi sembrava che la pazienza fosse come una vecchietta che si trascina avanti con la schiena pesantemente piegata, gli occhi stanchi che seguono, come ogni giorno, ogni singolo mattone del marciapiede, lungo la strada per arrivare a casa.
Oggi la pazienza è diventata un’alleata fondamentale nella crescita e nell’evoluzione, e non solo: sembra quasi l’essenza stessa della guarigione e della crescita spirituale.
Perché la pazienza è così importante? Perché quando vogliamo cambiare qualcosa nelle nostre vite, di solito desideriamo modificare cose sgradevoli, cose che non vogliamo sperimentare. Ed è proprio lì che la pazienza può diventare la via stessa per il cambiamento. Invece di rifiutare, respingere, resistere alle emozioni dolorose o sgradevoli, é più utile essere presente a queste emozioni. Ci vuole un atteggiamento di curiosità benevola con il quale sentire. Con la pazienza è possibile accogliere ciò che per una vita intera ci siamo rifiutati di sentire. In questo modo ci si sposta quasi automaticamente sul punto di vista dell’io essenziale che sperimenta i dolori e le gioie della vita senza giudizio e con infinita pazienza.
La meditazione aiuta nel consolidare questo stato. E che cos’è la meditazione se non ascoltare con pazienza e curiosità lo spazio, il silenzio e la quiete della luce? La pazienza rende avventurosa la meditazione.
Oggi la pazienza mi sembra essere una tigre: assolutamente rilassata, completamente vigile e totalmente pronta per l’azione.”