I seguenti appunti discutono brevemente il concetto di carità secondo Anthony de Mello, suggerendo come la carità sia spesso un interesse personale mascherato da altruismo. Viene esplorata in breve l’idea che le azioni caritatevoli, sebbene apparentemente altruistiche, possano essere motivate da un desiderio di gratificazione personale o di riconoscimento sociale. L’autore invita dunque i lettori a riflettere sulle proprie motivazioni, ciò che si cela davvero dietro le azioni caritatevoli e a considerare se queste siano veramente disinteressate. Questa breve nota – un succinto episodio riflessivo nel mare nostrum della meditazione – si conclude con un invito alla consapevolezza e all’autenticità nelle proprie azioni di carità.
«La carità è, in realtà, l’interesse personale mascherato da altruismo. Voi dite che è difficile accettare che ci possano essere delle occasioni in cui non siete genuini nei vostri tentativi di essere affettuosi e fiduciosi nei confronti degli altri.
Sapete, il bene assume il suo valore più alto in quelle occasioni in cui non ci si rende conto che si sta facendo del bene. Non si è mai tanto buoni quanto nelle occasioni in cui non ci si rende conto di essere buoni. Ossia, come direbbe il grande Sufi: ”Un santo è tale finché non viene a saperlo”. Non è autocosciente.»
( Da: Messaggio per un’aquila che si crede un pollo – Anthony de Mello )