Meditare è un’oasi introspettiva in cui è possibile comunque esternare, com-partecipare, le proprie migliori emozioni, quelle più costruttive, nonchè foriere di quei luminosi e splendidi cambiamenti che, chi più chi meno, un po’ tutti ci auguriamo, inseguiamo, speriamo di poter, quanto prima, realizzare. Meditare non è l’apice, la sommità della vetta, ma solo un primo, silenzioso, felpato e rispettoso passo verso noi stessi. … Dove sei, essere silente che di tanto in tanto sbirci tra le fenditure occasionali che la tua coscienza, così premurosamente e prodigalmente ti offre? Eccomi, sono qui, tra gli incommensurabili versi di questa interessante composizione poetica di Hung Chih Cheng Chueh, monaco ch’an (pratica di meditazione) del XII secolo:
“Quando la sperimenti, ciò che ti circonda prende vita.
Particolarmente illuminante è questa vivida consapevolezza,
Piena di meraviglia è la pura illuminazione.
Il sorgere della luna, un fiume di stelle,
Pini ammantati di neve, nubi sospese sui picchi montani.
Nell’oscurità, rilucono di splendore.
Nell’ombra, brillano d’una luce meravigliosa. […]
In questa illuminazione ogni sforzo è dimenticato. […]
La risposta è priva di sforzo. […]
Da un capo all’altro dell’universo, tutte le cose
Sono luminose ed espongono il Dharma [l’insegnamento].
Si rendono testimonianza l’un l’altra,
Rispondendo alle reciproche domande:
Mutualmente rispondendosi e testimoniando,
Comunicano in perfetta armonia”.
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– Buddha – Insegnamenti (macrolibrarsi.it)
– Buddhismo Chán – Wikipedia