C’è un modo semplice, disponibile a tutti, per accedere al silenzio interiore senza artifici: ascoltare. Non l’ascolto selettivo delle parole o dei pensieri, ma quello più sottile e nudo che si apre ai suoni del mondo, all’aria che sfiora la pelle, al fruscio appena accennato che accompagna l’istante. Chi si ferma ad osservare il respiro del paesaggio, senza fretta o pretese, compie già un passo verso la meditazione. Perché meditare non è rifugiarsi in uno stato alterato, bensì dimorare con pienezza nel presente. Offrire attenzione silenziosa a quanto accade, anche al più piccolo dettaglio, è un invito a riconoscere che il sacro non si cela altrove, ma si ri-vela proprio lì dove si posa lo sguardo quieto e il cuore non chiede nulla. La meditazione (sensoriale), vissuta in semplicità, restituisce dignità all’istante…
Mi sono appena posto una domanda, pure il concentrarci sull’ascoltare, in silenzio, il mondo circostante, i suoni e l’aria fresca che ci accarezza può essere considerato meditazione o è altro?
Il concentrarsi sull’ascolto del mondo circostante, sui suoni e sull’aria fresca, in silenzio, può certamente essere considerato una forma di meditazione. Questa pratica può essere associata a diverse tradizioni meditative, come la mindfulness (o “attenzione consapevole”) e la meditazione zen, che spesso incoraggiano a prestare attenzione ai sensi e all’ambiente circostante come parte del processo meditativo.
La meditazione non è limitata a una singola tecnica o pratica, ma è piuttosto uno stato mentale di consapevolezza, presenza e focalizzazione. Mentre alcune forme di meditazione si concentrano sull’osservazione del respiro o sulla ripetizione di mantra, altre promuovono l’attenzione ai sensi e all’ambiente, come nel caso della meditazione dei cinque sensi.
Perciò, se stai concentrando la tua attenzione in modo consapevole e senza giudizio sui suoni, sull’aria fresca e sugli stimoli sensoriali circostanti, questo può essere una forma di meditazione che ti aiuta a connetterti con il momento presente e a raggiungere uno stato di calma e consapevolezza.
Epilogo
Non è necessario allontanarsi dal mondo per meditare. Talvolta basta sedersi in silenzio e lasciarsi avvolgere da ciò che è già lì: un rintocco lontano, il battito del vento, il tepore della luce. In questi frammenti apparentemente ordinari si cela una presenza che non giudica e non pretende, ma osserva e recepisce. Offrire la propria attenzione a ciò che accade fuori, con delicatezza e senza fretta, diventa una soglia che apre verso l’interiorità. E chi persevera in questa semplicità, con pazienza e umiltà, scopre che ogni attimo può divenire un invito al raccoglimento. Nulla da cercare, solo … essere.