– Spigolature spirituali – 4° – Articolo del 2006 –
Maestri spirituali
Noto con rammarico, non sono le religioni ad avere un denominatore comune, bensì quei maestri spirituali cui le medesime s’ispirarono. Successivamente, nel prosieguo storico, accaddero una serie di rielaborazioni dei messaggi originali tali da costituire e fondare le cosiddette dottrine. Quando la spiritualità si trasferisce su carta muore all’istante e se concepita in modo pappagallesco, pedissequo e ripetitivo diventa perniciosa.
Il mio non è un discorso di contrapposizione. Parto dal confronto, ma approdo sempre all’unitarietà d’intenti, alla comprensione e condivisione compassionevole delle nostre modeste realizzazioni personali. Tuttavia, salvo casi particolari o del tutto specifici, al solo pensiero che qualcuno possa ritenersi autorità spirituale, mi sento profondamente dispiaciuto per la sua dabbenaggine, impostura e ciarlataneria.
Aneddoto
Nella scuola di pensiero sino-giapponese veniva spesso raccontato un aneddoto, attribuito al Buddha, secondo il quale ognuno di noi dovrebbe immaginare di avere, al posto della lingua, un’ascia: se l’ascia verrà usata bene, servirà per tagliare i rami oscuranti dell’illusione e farà emergere la vera natura delle cose, mentre se verrà usata male finirà per ferire il suo detentore stesso …
Tutto questo ovviamente implica una chiarezza di pensiero, una concentrazione ed un “essere nell’istante presente” …
Grazie per la cortese attenzione.