Una comunità spirituale dev’essere presente, o nascere, nei cuori delle persone ed espandersi psicologicamente per comprendere chiunque. Tuttavia, quando si vive all’ombra di organizzazioni assolutiste si creano, continuamente, innumerevoli conflitti. Gli antagonismi diventano così frequenti da non riuscire più a distinguere il legittimo dall’iniquo, il parziale dal ragionevole, le presunte verità (di fede) dalla più semplice ed elementare obbiettività. L’avidità di denaro o sovvenzioni cresce a dismisura. Integralismi e fondamentalismi diventano così spavaldi da pretendere d’imporre le loro faziose consuetudini sino al punto d’inibire ogni facoltà di nobile e libero pensiero.
Nel corso dei secoli si è riproposta spesso l’idea della religione come fenomeno socio-culturale, e quindi anche politico, dimenticando che il suo vero scopo dovrebbe essere quello di promuovere la dignità, unire e non dividere. Nonostante gli attuali rigurgiti pseudo-spirituali, la religione del prossimo futuro non avrà, presumibilmente, maestri spirituali, oppure li accoglierà tutti, ma ciascuno restituito alla propria dimensione storica originaria.
Gli integralismi – o fondamentalismi – religiosi, inebriati oramai dai fumi – o fiumi? – di peculio, hanno caratteristiche ben precise.
Idee e indizi generici per riconoscere gli integralismi religiosi
- Divulgano, diffondono idee irrazionali che possono condizionare negativamente libertà individuale e benessere psicofisico.
- Commento: la spiritualità è ben lungi dall’essere irrazionale, questa è solo una falsa credenza, un mito.
- Affermano di essere depositarie o custodire delle verità rivelate, incontrastabili, incontrovertibili, indiscutibili ed assolute. Stabiliscono dogmi e articoli di fede.
- Commento: presumi di conoscere la verità? Bene, ma non cercare d’imporla, direttamente o indirettamente, a tutta la società, altrimenti sei solo arrogante! Vivila come credi, nessuno te lo impedisce.
- Promettono circostanze aleatorie e futuribili che non possono avere riscontro oggettivo entro periodi di tempo ragionevoli.
- Ecco un’affermazione che si commenta da sé. Le menzogne, anche se a fin di bene, sono senz’altro da evitare.
- Non ammettono contraddittorio, ostacolano il dialogo. Attuano pressioni psicologiche e pratiche di emarginazione più o meno palesi, richiedono obbedienza per non essere esclusi.
- Pensate che sia una prassi oramai obsoleta? Invece è ancora all’ordine del giorno. Gli esempi, ahimè, potrebbero essere tantissimi …
- Divulgano la superstizione. Supportano il mistero. Insinuano gravi e reiterati sensi di colpa.
- Questo è un punto molto dolente. I cosiddetti misteri sono solo momentanea ignoranza. Naturalmente la storia riconoscerà senz’altro anche questo genere di vili soprusi.
- Teorizzano e propugnano stili e modelli di vita consoni a idee irrazionali ed antiscientifiche. Costituiscono lobby ideologiche o ideocratiche. Si richiamano alla tradizione per attribuirsi diritti o privilegi inesistenti.
- Commento: l’avidità è sempre in agguato. Potere, influenza, denaro, giochi dell’ego. Che centra tutto ciò con la spiritualità? Nulla, proprio nulla. Il vero rispetto non proviene da potere e opulenza, ma dalla propria attitudine a franchezza, buona fede e onestà.
- Camuffano la propria volontà di potere e predominio con la predicazione di sentimenti, ideali e principi che i loro vertici ben difficilmente rispettano.
- Commento: la consapevolezza trasforma le aspirazioni religiose in valori civili. Ciò che si riteneva ideale diventa, più semplicemente, umano.
- Educano a subire pensiero e non a riflettere autonomamente.
- Qui ogni commento è superfluo.
Riconoscete qualche integralismo? … Naturalmente non mi riferisco alle religioni più democratiche, che non impongono nulla a nessuno, bensì a tutte le loro alterazioni. Strumentalizzare debolezza, umiltà o ignoranza è un misfatto decisamente spregevole. Al contrario, la spiritualità è soprattutto chiarezza. I cosiddetti misteri si dipanano per divenir viepiù limpidezza. D’altra parte – dovremmo esserne piuttosto edotti – l’amore per il prossimo non fu, a suo tempo, già crocifisso?
Considerazioni
Concludo rifacendomi alle osservazioni introduttive. Cosa accade quando si combinano politica e integralismi religiosi? Il risultato è sotto gli occhi di tutti, chi non vuol vedere li chiuda … un’ipocrisia a dir poco disgustosa, un vero e proprio rigurgito d’indifferenza che non si limita a discriminare o rinnegare il diverso, l’alieno, ma lo rifiuta a causa di specifiche, quanto false e inopinate, attribuzioni identitarie. Una simulazione molto utile, perché ci consente di sentirci buoni, belli e caritatevoli, mentre invece gli “epigoni spirituali”, cui ci si richiama così sovente e con tanta melliflua affettazione, suggerivano, al contrario, di condividere amorevolmente i propri destini.
Sarà, ma che rimane dopo questo discorso? Rimane l’amore, non quello spettacolare o melodrammatico … è ovvio. Bensì la compassione spicciola, quella che dona senza attendersi nulla. Non più la subdola elemosina che tacita la propria fiacca e sonnolenta coscienza, ma la condivisione spontanea e consapevole di tutto ciò che si ritiene giusto offrire per consentire a ciascuno di emanciparsi senza dipendere dagli oboli calcolatori del benevolo e ipocritamente caritatevole soccorritore di turno.
Anche se in ben altri termini, chi lo disse?