Mi sveglio e ciò che sento – un bisbiglio sommesso – è: “innocuo”. Che significa? Credo dipenda dal fatto che le strategie politiche complessive siano quelle di renderci consumatori innocui. Chi tenta di essere consapevole, tutto sommato, fa comodo. Il sistema lo gradisce perché, se da una parte ci si rende conto dell’inghippo fondamentale che regge le fila del circo contemporaneo detto società, dall’altra diventa oltremodo pacifico e quindi, suo malgrado, condiscendente.
Ma a cosa? Al fatto che i registi cambiano solo in apparenza. Il sistema elettorale democratico designa – finanche a dispetto delle migliori intenzioni – soprattutto attori provetti disposti a perpetrare gli equilibri di potere già consolidati a discapito di un vero e soddisfacente rinnovamento. Che discorso! E tutto per dire che siamo poveri in canna, sia materialmente che spiritualmente? Che fare? In teoria, riaccendere i fuochi dei bivacchi al centro delle piazze reali dimodoché perlomeno nessuno sia lasciato indietro? Rammentare che società significa unione di anime, d’individui e non un ritrovo topografico di emeriti consumatori.
I punti fondamentali – da tener ben presente – sono, a mio avviso, i seguenti:
– i poveri non esistono, sono indigenti solo perché il sistema li ha resi tali;
– la ragion d’essere d’ogni società è che assicuri a ciascuno dei suoi componenti almeno il minimo per poter sopravvivere;
– per il resto, per aggiudicarsi il surplus, che vincano i migliori!