“Democrazia? È un termine vago ed erudito che mal si adatta alla realtà contemporanea. Quella di oggi è piuttosto una ipnocrazia. Sia le mode che le opinioni correnti sono dettate e indotte da interessi che non hanno nulla di democratico. L’input subliminale è così incisivo che opporsi sarebbe inutile. Come rimediarvi? Facendo ricorso a quella parte di noi stessi che non può essere scalfita da nessuna propaganda e che cerca il bene per il bene, senza ulteriori fini. Ma è realizzabile?”, argomentò la rana zen.
Di tanto in tanto, oramai sempre più di rado, rammento di essere ancora una rana zen e non una semplice macchina di classe umanoide che legge o scrive, che subisce e quindi interiorizza, senza batter ciglio, gli slogan più diffusi. Quanti di voi danno per scontato di trovarsi in democrazia?
La rana zen, la nobile virgulta dell’arcinoto pianeta terra-forme affine al nostro, ma a cui si può accedere solo per via supercosciente, passeggiava tranquilla per i sentieri del parco annesso all’altrettanto famoso “Tempio del Silenzio” quando decise, d’improvviso, di fermarsi sulla “pietra schiva”. Già, l’inviolabile supporto …! In realtà era un semplice sgabello igneo dove i viandanti potevano raccogliersi ad libitum in meditazione senza che nessuno osasse mai disturbarli e la cui privacy era dunque sacrosanta.
Dopo un’ora circa di gradevole non-mente la rana zen riprese semi-estasiata il cammino. Ma “attenta”, le disse l’aquila che solcava il suo cielo interiore – in realtà uno yogi sotto mentite spoglie –, “dietro le nubi c’è già un sole nero”.