Dai resti delle perdute cronache d’un mitico pellegrino. «Simulare, questo è l’atteggiamento per eccellenza più abituale tra le masse dei cosiddetti umani. Fingere, quest’altra è l’espressione più efficace per descrivere la parodia così definita civile. Recitare, quest’ultima è la forma d’arte più seguita se non praticata dai confratelli (?) senzienti del pianetino terra.»
«Oddio, che ho combinato!», esclamò Millepennelli dopo aver disegnato il mondo, «Fantasticavo un quadro, un dipinto e invece ho architettato un film, un thriller, un giallo, una commedia. Ritornerò tra le nuvole!».
Meditare sui nomi
Vestirsi di nomi, emblemi, simboli, etichette. Camuffarsi come artisti, una commedia.
Poi nascondersi dietro veli, quasi candidi, dietro idee, quasi mai originali.
Adottare un emblema, una bandiera. Quindi creare una cultura. Lottare per le radici. Propugnare l’identità.
Inventarsi uno stile di vita. Celarsi dietro una maschera. Fingere come pagliacci, uno psicodramma.
Quanti escamotage puoi architettare per evitare te stesso?
Così, quando ti accorgi che questa recita potrebbe protrarsi all’infinito, cerchi una soluzione.
Quindi ricorri all’uno, al supremo. Lo evochi, lo preghi, ti prostri, ne implori l’intercessione.
Com’è che l’interpelli? Rivolgiti all’essenza. Chi credi che dipinse l’esistenza? Millepennelli crea, ma tu disponi.