Esiste un’arte sottile per navigare le maree emotive più opprimenti, e non consiste nel lottare contro la corrente. Quando la tensione diviene quasi palpabile e i dubbi ci assalgono senza tregua, lasciandoci isolati e senza vie d’uscita apparenti, la nostra reazione istintiva è quella di resistere o cercare una soluzione forzata. Spesso, però, l’origine di questo acuto disagio risiede in un umore pregresso, una tonalità di fondo che abbiamo trascurato a lungo. Ogni tentativo di modificare direttamente questo stato si rivela inefficace. La via per un autentico sollievo risiede in un approccio differente, in un’osservazione limpida e non giudicante. La pratica della meditazione ci invita proprio a questo: a contemplare il nostro stesso stato d’animo “in trasparenza”, a risalire con quieta attenzione all’essenza del suo manifestarsi, creando lo spazio interiore affinché un nuovo equilibrio possa affiorare spontaneamente.
Ti sei mai trovato in una situazione in cui la tensione sembra quasi che ti sfiori con mano? La situazione diviene così opprimente e i tremiti – virtuali o meno – così invadenti che non intravedi più alcuna via di fuga. I dubbi ti rincorrono dappresso senza lasciarti la benché minima tregua. Beh, il rimedio cardine è senz’altro quello di seguire i consigli del proprio medico. Dopodiché considera un attimo il tuo umore, quello pregresso, soppesalo. Con ogni probabilità è la causa del tuo disagio successivo. In linea di massima non puoi modificarlo direttamente. Ebbene, osservalo in trasparenza. Medita sul tuo medesimo umore. Risali all’origine, all’essenza di codesto tran tran. Che accadrà?
L’umore
Un fremito che ascende all’improvviso,
la vista che si offusca qualche istante,
quasi escluso, isolato dal contesto,
un po’ distante…
E’ la vita che ti sfugge
per sua scelta?
No, non sembra.
E’ la “forza” che ripiega su se stessa
disillusa dal tran tran semi-opprimente
che ti spinge volentieri all’incontrario.
La tensione mezza implosa che non scema,
poi un riflusso di pensieri accomodanti,
come un bacio che si tuffa giù dal cielo
ricolora quell’umore altalenante.
Epilogo
Quando cessiamo di opporci alla forza del nostro stesso sentire e scegliamo invece di accoglierla in uno spazio di quieta osservazione, accade qualcosa di inatteso. L’energia vitale, che delusa si era ripiegata su se stessa generando una tensione implosa, smette di essere alimentata dalla nostra resistenza e inizia a placarsi. La risoluzione non giunge come il risultato di uno sforzo, ma come un “bacio che si tuffa giù dal cielo”, un riflusso spontaneo di pensieri più accomodanti che ricolorano dolcemente il nostro panorama interiore. La pratica ci svela che non siamo responsabili di “aggiustare” ogni nostro stato d’animo, ma di offrirgli una presenza compassionevole. In questa accettazione risiede il vero potere: quello di permettere alla nostra stessa natura di trovare la via del ritorno all’armonia, senza forzature, ma con la semplice grazia del lasciare essere.
