Ti trovi in difficoltà? Intendo, ad esempio, economiche o nei rapporti interpersonali. Credi che sia inevitabile, quindi rinunci persino a reagire? Oppure rabberci la coscienza lacerata dalla sofferenza con illusioni mistiche del tipo: sopportare i disagi rende migliori? Credo proprio che ti abbiano inoculato il virus dell’accettazione. Ebbene, considera che l’unica cosa che dovresti accettare – a scatola chiusa – è solo il momento presente, ciò che avviene – in questo stesso istante – qui e ora. Oppure, se preferisci una formulazione diversa, si tratta di concentrarsi e focalizzare – esclusivamente – uno squarcio, un barlume di coscienza senza luogo, nè tempo. Gli oggetti, come le idee, i rumori, lo stesso respiro, vanno e vengono, ma tu sei sempre e solo pura e intangibile coscienza. Tra l’altro, per taluni, è una meditazione molto efficace per allentare rapidamente la presa e tranquillizzarsi; con tutti i vantaggi che il rilassamento comporta. Quel lembo di coscienza sia il tuo frammento di paradiso portatile. Per il resto, per i problemi più concreti, ricorri a tutta la tua creatività. Ora una breve poesia.
Il virus dell’accettazione
Chi è che con quegli occhi limpidi sorride tra le stelle
di un firmamento blu trapunto d’infinito?
Chi è, forse il suo nome è Aurora
o è Chiara come l’Alba?
Ma no, credo che sia Beatrice che s’avvicina lieve,
che incede come un Angelo per elargire Amore
a chi senza motivo lo cerca e lo ridà.
Poi, d’improvviso, t’osservi un po’ d’intorno
e scorgi che non hai nemmeno quelle briciole
per continuare a vivere.
Ti senti tra nemici, tra barbari violenti,
li vedi in trasparenza e sai di esserti illuso.
Ebbene, riprenditi quel piglio e agisci com’è d’uopo (all’occorrenza)
che qui non v’è nessuno a darti mai quel minimo
che tu desti agli amici.
A chiacchiere sei umile, di fatto un indigente,
Riprenditi il cipiglio e lotta senza mente.
tu che ti eri illuso di esser tra gli umani …
No, sono ancora ominidi che fingon di essere santi.
Fanno la carità, ch’è ciò che più d’inetto
persista tra le pieghe di questo tempo gretto.
Già raggirato prima, turlupinato sempre.
Amico mio coraggio, non v’è più nulla al mondo
che dica che soffrire sia giusto e inesorabile.