Se dovessi commentare questi versi mi troverei a disagio, ma per fortuna ho scelto, più semplicemente, d’introdurli soltanto. La formula per predisporsi a un buon destino è: seminar bene? … In realtà ne siamo gli artefici. Ciò che pensiamo, quel che crediamo, quanto sogniamo segnano così indelebilmente il futuro del proprio destino da non lasciare scampo. Il margine di scelta è molto esiguo, ma l’autonomia spirituale effettiva è pressoché illimitata.
Il bel destino
Quel che vedo, ciò che odo
non è certo quel che penso
di là il velo, è un po’ più buio
come un’anfora, all’orlo colma
si prefigge di donare
ai minori, un po’ del suo.
Quì da noi, è un vento caldo
che proviene da un deserto
egli, il vento, tra i capelli
lascia un segno polveroso.
Il mio segno, è molto vuoto
se di molto può ben dirsi
per un’anima convessa
che ricerca, senza scopo
la sua umil verità.
Quando tocco, quando vedo
trovo il vuoto, scovo il cerchio
cerco il centro, è lì vicino
apri l’occhio e in sua vece
bussa è lui, il bel destino.
Apri l’occhio e il resto tace
come un’ anima rapace
trova l’orma sua gemella
lei la fissa e non distinguo
più, alcun vessillo.
L’orma è lieve, ma così chiara
che si legge nei tuoi occhi
sul suo volto ne traspare
una nuova umanità.