Come si medita, cos’é la meditazione, perché perder tempo con tutte queste elucubrazioni? Se mi chiedessi come si esegue una determinata asana, ossia una delle posture dell’Hata Yoga, potrei provare a spiegartelo, ma con la meditazione è meglio procedere indirettamente.
La via della meditazione non è una. Nel senso che non esiste un percorso univoco. Gli approcci, ossia le strategie per calmare la mente ed entrare in sintonia con la propria supercoscienza o, se preferisci, con le qualità più elevate e spirituali dell’animo umano, sono svariati. Stavolta ne adotteremo uno piuttosto singolare. Tenteremo di capire come evitare la meditazione, come non meditare. Il fine è quello di trascendere, seppur temporaneamente, la mente che s’appropria di tutto, persino del concetto di meditazione.
Come non meditare
Innanzitutto sii superficiale. Evita di applicarti più di una certa misura. Non concentrarti su nulla (che non sia strettamente indispensabile, lo aggiungo per motivi di ordine pratico). Se poi di tanto in tanto riuscissi pure a esser distratto, sarebbe il massimo. Non perdere occasione per svagarti. Sicché evitare, a tutti i costi, la meditazione diverrà un’arte.
Quindi non rimanere mai in silenzio. Chiacchiera più che puoi e se per caso ti ritrovassi solo non rinunciare a immaginarti gli scenari più gratificanti. Viaggia con la fantasia, sfrenati pure, ma non restare mai qui. Viaggia anche nel tempo, ma non convergere mai sull’ora. Se qualcheduno ti dice che l’attimo è fuggente e sarebbe bene che lo cogliessi a volo, non credergli. Le sue intenzioni sono peregrine. Non c’è riuscito lui e spera tanto che possa che possa cascarci anche tu: non ha seguito il corso di studi dei suoi sogni; non si è realizzato professionalmente; ha ignorato l’amore, se l’è lasciato sfuggire quando sarebbe stato sufficiente appena appena un po’ di coraggio per osare, per sfidare ciò che lì per lì gli sembrava impossibile, ma che in realtà non era altro che il riflesso dei suoi più fantastici desideri che gli apparivano come un’irraggiungibile scintilla del divino. Quindi rinvia sempre, c’è un’eternità.
Ebbene l’ho fatto, ho seguito questi suggerimenti alla lettera, con tutto me stesso, totalmente. Ma c’è qualcosa che non funziona. Colui che me li ha suggeriti (che li ha scritti) mi ha teso un tranello. Già, perché ora ho conosciuto l’altro lato della medesima medaglia. Mi basta distrarmi e prender la vita come un gioco, cercare sempre qualche compagnia, sognare, evitare d’impelagarmi e rinviare a tempi migliori, alla prossima venuta, all’istante successivo che però non accadrà mai, per essere, mio malgrado e senza che l’avessi giammai cercato, voluto o sperato, in meditazione.
E credetemi, mi sono impegnato con tutto me stesso, sono stato sincero, totale. Ho vissuto questo paradosso così dal di dentro che quando mi sono fermato per caso e per cercarmi non c’ero più. Al posto dell’abituale “me stesso” c’era una leggerezza di spirito che forse non riuscirò mai a spiegarmi (credo che la mente in quanto ego – con i suoi innumerevoli appigli, con la sua cascata di ricorrenti identificazioni – che genera tensione – si fosse al momento dissolta).
Epilogo
Un momento, dimenticavo. Come non meditare? Beh, è sufficiente scrivere (o chiacchierare) spesso sulla meditazione. Un sorriso, a presto.