Brevi considerazioni – estemporanee – sui cosiddetti “valori spirituali assoluti”. Ci sono frange revisioniste che tentano (periodicamente) di reintrodurli. Non riuscendo a scorgere nulla dentro di sé, o nel mondo, che abbia valore intrinseco, proiettano gli unici appigli ideologici che conoscono.
Etichettare, distinguere, giudicare senza conoscere. Ma queste divisioni sono quanto meno assurde. Conducono solo ad inutili segregazioni fisiche, psicologiche, spirituali. Per quanto lo si neghi sono l’anticamera del classismo più becero.
In quanto ai cosiddetti valori spirituali … se ci siamo formati così come siamo dopo centinaia di migliaia di anni di evoluzione naturale, perché ora dovremmo aver bisogno di tali succedanei assoluti cui adeguarci?
Se ci sono persone che hanno perso contatto con la propria interiorità, essenzialmente buona, dovrebbero essere curate.
Quindi, regole morali, valori, sono utili, ma non hanno nulla a che fare, nel modo più esclusivo, nulla a che vedere con spiritualità e religiosità!
La spiritualità è una questione soggettiva. Il che non significa negarne l’esistenza, o considerarla un valore astratto, bensì riconoscere l’impossibilità a generalizzarne esiti, risposte e conseguenze. Gli indottrinamenti spirituali impartiti dogmaticamente sono mefitici. Ben diversa è l’educazione spirituale complessiva che può condurre, in un secondo momento, a scelte libere e consapevoli.
La religiosità ha bisogno solo di sempre maggiore consapevolezza. Ai sistemi di ordine pubblico servono, ovviamente, degli opportuni ed appropriati distinguo etici. Ma bisognerebbe tener conto che chi sbaglia dovrebbe innanzitutto esser rieducato sul serio e non punito.
Abbiamo bisogno di orientamenti più certi? Chiarezza e consapevolezza sono quanto di meglio potrà mai essere concepito. Solo l’amore che discende dalla consapevolezza è davvero benefico, altrimenti potrebbe essere ancora intriso d’insana e mascherata cupidigia.
Non possiamo fare a meno di credere in qualcosa o qualcuno? Ci sentiamo come le pecore di un gregge senza pastore? Perché non affidarsi all’intelligenza della Vita, perché non dar fiducia alla Vita?
E’ stata la Vita che ci ha preso per mano e condotto sin qui. Perché dovremmo subire le innumerevoli fantasiose invenzioni di cotanta strafurba progenie d’inveterati e ambigui illusionisti? I mestieranti spirituali sono sempre in agguato pronti a mercanteggiare con le nostre anime. Attenzione a non caderne vittime. Dovunque ci siano sintomi d’irrazionalità c’é pure odor di bruciato.
Non mi sono mai posto il finto problema se credere o non credere in me stesso. Quando è stato necessario ho agito. Tutto qui. Credo semplicemente nel tutto, nella vita.
L’acqua del mare mantiene a galla chiunque, sia i buoni che i malvagi, o gli empi, o gli iniqui. Siamo forse migliori del mare, del cielo che vi si rispecchia… ?
Occhi aperti, amici, non facciamoci turlupinare ulteriormente. Dopo tanti secoli di oscurantismo qualcuno è tentato di retrocedere.
Vita e consapevolezza sono modelli, guide e maestri più che sufficienti!
E se al momento avverti la necessità di credere in un’entità presumibilmente divina e specifica, bene, si tratta di un’evenienza del tutto umana quanto comprensibile. D’altra parte il fatto che tu ci creda “crea” verosimilmente la divinità stessa.
Il facitore degli incommensurabili mondi è lì, pronto ad interagire per comunicarti, ma senza tramite alcuno, il suo amorevolissimo e compassionevole luminoso silenzio …