“Come posso trasformare l’inconsapevolezza in stimoli per sintonizzarmi meglio con me stesso?” – “Dov’è Dio? E quale “aspetto” assume?” – “Lo stato di benessere che ho conseguito con anapanasati è accompagnato – nonostante sia completamente rilassato – da un fastidioso tic e tremolii vari. Un consiglio?”
– From: Salvatore –
– Subject: info –
Quesito
Ho scoperto che quando il respiro si calma, diviene meno rumoroso, ma nel contempo più percettibile; si attenuano anche i pensieri e subentra uno stato di apertura che ti consente di essere più obiettivo nei confronti delle tue stesse azioni. Ho provato a mantenere questo stato anche dopo la meditazione seduta, ma è molto difficile a causa delle distrazioni che si generano soprattutto nei contatti con altre persone. Come posso trasformare questa dimenticanza, questa inconsapevolezza, in stimoli per sintonizzarmi meglio con me stesso? ….
Risposta
Il problema, semmai possa definirsi tale, non proviene mai dagli altri, ma dipende dal fatto che quella “centratura” psicofisica che avverti durante e subito dopo il tuo esercizio di meditazione si dilegua, svanisce entro pochi minuti. Tuttavia, così come spiegano numerosi autorevoli maestri spirituali, con il tempo e proseguendo con un’applicazione metodica, la tranquillità, la calma, l’obiettività, l’apertura che ora avverti nell’immediatezza o circa della tua performance meditativa diverrà un fattore naturale e progressivo.
Tale effetto si protrarrà ben al di là dell’intervallo dedicato all’esercizio medesimo. Oppure potrebbe accadere che durante il corso della giornata, nell’espletare una qualunque delle tue mansioni abituali, tu riesca, di punto in bianco, a percepire una serenità più intensa, maggiore prontezza, lucidità. L’importante, quando ci si incammina su questo sentiero, è rimanere sempre attivi, efficienti, operativi e decisamente e complessivamente equilibrati. Questo per evitare risvolti mistici illusori e rimanere aderenti a “ciò che è” effettivamente la nostra tribolata, ma pur sempre splendida vita ordinaria.
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– From: Arianna –
– Subject: Dio –
Quesito
Io mi domando: dov’è Dio? E quale “aspetto” assume?
Risposta
Me lo chiedo anch’io. Potrebbe darsi che oggi sia proprio nella tua domanda. Certamente non nella mia risposta. Forse è “ciò che è”, oppure la ricerca. Il fatto stesso di porsi un quesito simile, che in tanti danno per superfluo o scontato, è indice di notevole intelligenza e sensibilità. Quindi complimenti. Purtroppo è un enigma che ciascuno di noi dovrebbe risolvere da se. Mi dispiace di non riuscire o saper essere più preciso, ma qualunque cosa affermassi al riguardo sarebbe immaginaria.
Ti riporto solo quanto narra la tradizione. Il Buddha Gautama Siddharta non rispose. Oppure lo fece con i fatti, con la sua compassionevole sollecitudine. Gesù il Nazareno lo indicò mediante una sua qualità: “Dio è amore”. E si comportò di conseguenza. Taluni ritengono che Dio sia immanente, altri lo credono trascendente oppure al tempo stesso sia immanente che trascendente.
Per quanto mi riguarda, ricorrendo ad una metafora ben nota, Dio non è come un pittore nei confronti della sua tela, ma è sia il pittore che la tela medesima, sia il creatore che il creato. Dio è creatività.
Grazie per la cortese domanda.
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– Nome: Tristano –
– Subject: x –
Quesito
Salve a tutti! Mi chiamo Tristano, ho 25 anni. Il mio problema mi ha spinto a scrivervi perchè da solo non riesco a risolverlo. Ve lo espongo. Spero con tutto il cuore di ottenere delucidazioni perchè è un qualcosa che sto incontrando nella pratica di anapanasati che ho iniziato a seguire da un paio di mesi grazie al vostro sito e allo studio del testo di Gen Lamrimpa – Calmare la mente. In pratica seguo semplicemente il corso del respiro, tenendo gli occhi aperti e sedendo nella posizione birmana. Mi applico ogni mattino per circa venti minuti.
Non so spiegarvi quanti benefici abbia ottenuto, perché sono davvero straordinari. Sono cambiato davvero tanto e spesso riesco ad illuminare e rasserenare anche le persone con cui colloquio. Non ho più intenzione di lasciare questa pratica, che accompagno durante il giorno con riflessioni continue sull’umiltà e la compassione, interrogandomi dentro, prima di compiere qualunque azione. Il fatto è che la meditazione mi rende calmo e naturalmente ricettivo verso il prossimo, amorevole verso qualunque cosa, anche inanimata. Non so più cosa sia perdere la pazienza o adirarmi, cioè sono l’opposto di come ero fino a pochi mesi fa.
Però questo mio stato che dura tutto il giorno, è accompagnato da un fastidioso tic che mi porta a chiudere più spesso del solito le palpebre. Più spesso di quanto facessi prima, non ho mai sofferto di tic motori, e questo mi risulta particolarmente fastidioso, seppure non sia rilevabile da un osservatore in quanto è di portata minima. Questo nonostante sia completamente rilassato. Inoltre ho notato tremolii al tricipite destro e raramente anche nel petto. Non so assolutamente a chi parlarne, vi prego di aiutarmi. Considerate che sono uno sportivo, pratico surf da onda e body building, ma ho una vita poco stressante e molto tempo libero a disposizione. Vi ringrazio davvero tanto. Arrivederci. Tristano.
Risposta
Ciao Tristano, ho letto con attenzione la tua email. Mi fa piacere dei benefici, ma in genere gli eventuali tic dovrebbero diminuire e non aumentare o manifestarsi. Siccome ogni tecnica di meditazione va considerata come un’opportunità e non una esigenza indifferibile o inevitabile, prova a sospenderla. Oramai avresti dovuto capire che i vantaggi non provengono dall’esercizio in se, che in definitiva è solo un artificio, analogo, ad esempio, alla preghiera, ma da te stesso, dal rapporto conoscitivo ed esplorativo con la tua interiorità. Potresti sostituire l’attenzione al respiro con delle belle camminate “meditative”. Prestando, cioè, una certa attenzione rilassata al tuo incedere. Non è detto che tu debba prendere tutto alla lettera. Valuta da te le tue inclinazioni, possibilità ed esigenze. Quanto ti faccia davvero star meglio, senza costrizioni di sorta.
A volte delle persone particolarmente predisposte ottengono risultati che taluni pur provetti meditatori non raggiungono nemmeno dopo anni. Tuttavia questa rapidità necessita di un certo ambientamento. Occorre rallentare per tentare di acclimatarsi meglio.
D’altra parte, e questo è il punto più importante, certe manifestazioni come fremiti, tremolii, ecc., indicano pure il risveglio di determinate energie sopite, una loro “mobilitazione” Ad esempio, nello Yoga si parla di ascesa della Kundalini. A questo punto dovresti ricorrere ad insegnanti qualificati. Ovviamente fai molta attenzione perchè in giro vi sono parecchi profittatori.
Considera altresì l’eventualità di praticare una seduta giornaliera di Hata Yoga. Per tanti si è dimostrato efficacissimo nel risolvere rapidamente problemi analoghi ai tuoi. Valuta pure se sia il caso di parlarne con un medico.