«Per usare una frase di G.K. Chesterton: “Ogni volto umano nella via dove, in strane democrazie, si muovono i milioni di maschere di Dio, è in sé una cosa straordinaria”. Infatti è fantastico guardare la gente e “vedere” che, in realtà, in profondità, essi sono tutti illuminati. Che essi sono Quello. Che sono i volti del divino.
Essi vi guardano e dicono: “Oh, no, ma io non sono divino. Sono semplicemente il piccolo ordinario me stesso”. Voi li guardate in modo strano e allora vi accorgete che è la stessa natura di Buddha che vi guarda a negare di esser tale, e con indubbia sincerità. Questo è il motivo per cui, quando vi trovate di fronte un grande guru, un maestro di Zen o a qualcun altro di simile, lui ha una certa aria divertita nello sguardo. Se gli dite: “Guru, ho un problema. Sono davvero confuso. Non capisco”, lui vi guarda in questo strano modo e voi pensate: “Oh, povero me! Mi legge i pensieri più segreti! Vede tutta la mia vigliaccheria e tutte le mie mancanze”. In realtà non sta facendo nulla del genere, perché queste cose non gli interessano nemmeno. Se mi consentiste di usare una terminologia indù, direi che guarda Shiva che è in voi e gli dice: “Shiva, mio signore, perché non vieni fuori?”»
(Da: Il tao. La via dell’acqua che scorre – Alan Watts)
– Alan W. Watts (macrolibrarsi)
– Alan Watts (amazon)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Alan_Watts