Spesso diamo per scontato uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione: la capacità di essere pienamente presenti e consapevoli. La coscienza, intesa come fulcro della propria percezione e azione quotidiana, rappresenta il motore invisibile che guida ogni aspetto della peculiare esistenza. È attraverso questa lente interna che interpretiamo il mondo, gestiamo le nostre energie e cerchiamo un senso di ordine nel caos delle esperienze. Pratiche come la meditazione diventano essenziali per riscoprire l’equilibrio tra le diverse forze che abitano dentro di noi, permettendoci di riunificare ciò che spesso appare frammentato. Quando mente, corpo e spirito lavorano in sinergia, emergono chiarezza e vitalità. Esplorare la vastità della coscienza non solo ci aiuta a comprendere meglio noi stessi, ma apre anche nuove prospettive per affrontare le sfide della vita con maggiore serenità e determinazione.
«La coscienza è la più usata, ma anche la più sottovalutata forma di potere che abbiamo a nostra disposizione.
La nostra stessa vita, la nostra sostanza e tutte le nostre azioni dipendono dalla coscienza, consapevolezza o intelligenza. Se la coscienza non è la scintilla stessa della vita, allora è certamente la chiave per scoprire quella scintilla. Che cosa sappiamo della vita se non attraverso la nostra coscienza?
Studiando la coscienza, scopriamo che ha molti aspetti diversi.
Questi aspetti si trovano tanto dentro che fuori di noi, e comprendono le basi fondamentali di tutta la realtà che sperimentiamo.
Ciascuno di noi è consapevole dell’esistenza di diverse parti dentro di noi. Siamo consapevoli della parte che pensa, mentre un’altra parte vuole.
E forse esiste un’altra parte che agisce. Se siamo fortunati, queste parti concordano.
Nella maggior parte dei casi questo
non avviene. Spesso queste parti diventano miriadi di energie che si incrociano. Questo conflitto riduce “l’insieme” di energia e di salute. (Guarire significa ricostituire l’insieme). Abbiamo delle difficoltà nell’organizzarci per andare armoniosamente in una direzione.
Se gli individui appartenenti ad una cultura sono composti da molte forze conflittuali, non fa meraviglia che questi individui abbiano delle difficoltà nel lavorare l’uno contro l’altro in maniera efficiente e cooperativa. Facciamo parte di una cultura segregata all’interno di noi stessi. segregata dagli altri e frammentata.
Fin dall’inizio dei tempi scienziati, filosofi, guaritori e religiosi hanno cercato un comune denominatore “unificante” in grado di comporre l’infinita diversità della vita. I popoli hanno finito per accettare il mondo dell’esistenza materiale come una realtà generale. In questo contesto le persone operano spesso insieme per uno scopo comune. Tuttavia questo livello è soltanto una piccola parte di ciò che la mente conscia mette a nostra disposizione.»