Il canto del Beato
- Capitolo XIII – Il Campo e il Conoscitore del Campo
- Capitolo XIV – I Tre Guna
- Capitolo XV – Purushottama – L’Essere Supremo
- Capitolo XVI – Il Divino e il Demoniaco
- Indice
Capitolo XIII – Il Campo e il Conoscitore del Campo
Arjuna disse
“O Keshava, desidero sapere di Prakriti (l’intelligente Madre Natura) e di Purusha (Dio Padre trascendente); dello kshetra (il ‘campo’ del corpo) e dello kshetrajna (l’anima o conoscitore del ‘campo’); della conoscenza e di Quello che dev’essere conosciuto”.
Il Signore Beato disse
1. “Figlio di Kunti, coloro che conoscono la verità chiamano il corpo kshetra (il ‘campo’ in cui si semina e si raccoglie buono e cattivo karma); allo stesso modo chiamano kshetrajna (anima) ciò che conosce il campo.
2. “O Discendente di Bharata, sappi anche che Io sono lo Kshetrajna (Colui che percepisce) in tutti gli kshetra (i corpi emanati dal principio cosmico creativo e dalla Natura). Per Me la comprensione di kshetra e kshetrajna costituisce la vera saggezza.
3. “Ora ti dirò in breve dello kshetra, dei suoi attributi, del suo principio di causa ed effetto, delle sue influenze che causano modificazioni, ed anche chi è Lui (lo Kshetrajna) e qual è la natura dei Suoi poteri.
4. “(Queste verità) sono state chiaramente celebrate dai Rishi in molti modi; in vari canti nei Veda e nelle convincenti analisi piene di logica degli aforismi su Brabman (i ‘Brahma Sutra).
5. “Brevemente descritto, lo kshetra e le sue modificazioni sono composte dal Non Manifesto (Mula-Prakriti, la Natura indifferenziata), dai cinque elementi cosmici, dai dieci sensi e dalla mente, dall’intelligenza (buddhi), dall’egoismo, dai cinque oggetti dei sensi;
6. “Da desiderio, odio, piacere e dolore; dall’aggregazione (il corpo, che è una combinazione di forze diverse), dalla coscienza e dalla persistenza.
7. “(Il saggio è contraddistinto da) umiltà, mancanza d’ipocrisia, non violenza, clemenza, rettitudine, servizio al guru, purezza di mente e corpo, fermezza e auto-controllo;
8. “Indifferenza verso gli oggetti dei sensi, assenza di egoismo, comprensione delle sofferenze e dei mali (impliciti nella vita mortale) nascita, malattia, vecchiaia e morte;
9. “Non attaccamento, non identificazione del Sé con cose come figli, moglie e casa; costante equanimità in tutte le circostanze desiderabili e indesiderabili;
10. “Incrollabile devozione a Me mediante lo yoga della non-separazione; vivere in luoghi solitari, evitare la compagnia delle persone mondane;
11. “Perseveranza nella conoscenza del Sé e percezione intuitiva dello scopo di ogni sapere. Tutte queste qualità costituiscono la saggezza; (le qualità) ad esse opposte costituiscono l’ignoranza.
12. “Ti dirò di Quello che dev’essere conosciuto, perché tale conoscenza dà l’immortalità. Ascolta del Brahman Supremo senza principio – Colui che non è chiamato né esistente (sat) né inesistente (asat).
13. “Egli è presente nel mondo, avvolgendo tutto le Sue mani e i Suoi piedi sono dappertutto; i Suoi occhi e le Sue orecchie sono da tutte le parti, le Sue bocche e le Sue teste sono ovunque;
14. “Splendente in tutte le funzioni dei sensi e tuttavia trascendente i sensi; non attaccato alla creazione e tuttavia il Sostegno di tutto; libero dai guna (le tre qualità della Natura) e tuttavia Colui che ne gode.
15. “Egli è dentro e fuori tutto ciò che esiste, l’animato e l’inanimato; Egli è nel contempo vicino e lontano; impercettibile a causa della Sua sottigliezza.
16. “Egli – l’Uno Indivisibile – appare come innumerevoli esseri. Egli sostiene e distrugge le loro forme, e poi le crea di nuovo.
17. “Luce di tutte le Luci, al di là dell’oscurità; Conoscenza stessa, Quello che dev’essere conosciuto, la Mèta di ogni sapere, Egli dimora nei cuori di tutti.
18. “Ho descritto brevemente il Campo, la natura della saggezza e l’Oggetto della saggezza. Conoscendo queste cose, il Mio devoto entra nel Mio essere.
19. “Sappi che Purusha e Prakriti sono entrambi senza principio; sappi anche che tutte le modificazioni e le qualità (guna) nascono da Prakriti.
20. “Della creazione del corpo e degli strumenti (i sensi), Prakriti è la causa. Dell’esperienza di gioia e dolore, il Purusha è la causa.
21. “Il Purusha coinvolto da Prakriti fa esperienza dei guna nati dalla Natura. L’attaccamento alle tre qualità di Prakrìti causa l’incarnazione dell’anima in buoni e cattivi grembi.
22. “Il Supremo Purusha, trascendente ed esistente nel corpo, è lo Spettatore distaccato, Colui che dà il consenso e che ne gode, il Sostenitore, il Gran Signore ed anche il Sé Supremo.
23. “Qualunque sia il suo modo di vita, chi realizza in tal modo il Purusha e la triplice natura di Prakriti non sarà più soggetto alla rinascita.
24. “Per vedere il Sé nel sé (l’ego purificato) mediante il sé (la mente illuminata), alcuni seguono il sentiero della meditazione, altri il sentiero della conoscenza e altri ancora il sentiero dell’azione disinteressata.
25. “Altri ancora, ignoranti delle tre vie principali, ascoltano le istruzioni del guru. Seguendo il sentiero dell’adorazione, considerando gli antichi insegnamenti come il Supremo Rifugio, anche questi ottengono l’immortalità.
26. “O Migliore dei Bharata! Sappi che tutto ciò che esiste – ogni essere, ogni oggetto, la creazione animata e inanimata – nasce dall’unione di Kshetra e Kshetrajna (Natura e Spirito).
27. “Vede realmente chi percepisce il Signore Supremo presente ugualmente in tutte le creature, l’Imperituro nel transitorio.
28. “Chi è consapevole dell’onnipresenza di Dio non ferisce il Sé con il sé. Quest’uomo raggiunge la Mèta Suprema.
29. “Percepisce la verità chi vede che tutte le azioni sono fatte interamente da Prakriti soltanto e non dal Sé, che non agisce.
30. “Quando un uomo vede che tutti gli esseri separati esistono nell’Uno, che Si è espanso nei molti, allora si fonde con Brahman.
31. “O Figlio di Kunti! Siccome il Sé Supremo e Immutabile è senza principio e senza attributi (guna), non compie azioni e non ne viene influenzato, anche quando dimora nel corpo.
32. “Come l’etere onnipervadente, per la sua essenza sottile, è al di là di ogni contaminazione – similmente il Sé, pur presente ovunque nel corpo, è sempre immacolato.
33. “O Bharata! Come il sole illumina da solo il mondo intero, così il Signore del Campo (Dio e il Suo riflesso, l’anima) illumina il campo intero (la Natura e la ‘piccola natura’ del corpo).
34. “Entrano nel Supremo coloro che percepiscono con l’occhio della saggezza la distinzione tra Kshetra e Kshetrajna, e anche coloro che conoscono il metodo per liberare gli esseri da Prakriti.
Qui finisce il tredicesimo capitolo chiamato “Kshetra-kshtrajna-vibhaga-yoga”
“Lo Yoga delta Distinzione fra il Campo e il Conoscitore del Campo”
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Capitolo XIV – I Tre Guna
Il Signore Beato disse
1. “Ti esporrò di nuovo la saggezza suprema che trascende ogni conoscenza. Con tale saggezza, al termine di questa vita, tutti i saggi hanno ottenuto la perfezione finale.
2. “Realizzando questa saggezza, stabiliti nel Mio Essere, i saggi non rinascono nemmeno all’inizio di un nuovo ciclo di creazione, né sono turbati al tempo della dissoluzione universale.
3. “La Grande Prakriti (Mahat-Brahma) è il Mio grembo, nel quale deposito il seme (della Mia Intelligenza) questa è la causa della nascita di tutti gli esseri.
4. “Figlio di Kunti! Di tutte le forme – prodotte da qualsiasi tipo di grembo – la Grande Prakriti è la matrice (Madre) originaria ed Io sono il Padre che fornisce il seme.
5. “O Eroe dal Braccio Possente! I guna che nascono da Prakriti – sattva, rajas e tamas – imprigionano saldamente nel corpo l’Incarnato Imperituro.
6. “O Senza-peccato! Dei tre guna, l’immacolato sattva dà illuminazione e salute. Tuttavia lega l’uomo con l’attaccamento alla felicità e l’attaccamento alla conoscenza.
7. “Sappi, Figlio di Kunti, che l’attivante rajas è permeato di passione e fa nascere il desiderio e l’attaccamento; esso lega saldamente l’anima incarnata mediante l’attaccamento alle azioni.
8. “O Bharata! Sappi che il tamas nasce dall’ignoranza, illudendo tutti gli esseri incarnati. Esso li incatena con il fraintendimento, l’indolenza ed il sonno.
9. “Il sattva fa attaccare alla felicità; il rajas all’attività; mentre il tamas, eclissando il potere della discriminazione, fa attaccare al fraintendimento.
10. “A volte predomina il sattva sopraffacendo il rajas e il tamas. A volte prevale il rajas, non il sattva o il tamas; mentre a volte il tamas oscura il sattva e il rajas.
11. “Si può sapere che predomina il sattva quando la luce della saggezza risplende attraverso tutte le porte dei sensi del corpo.
12. “La predominanza del rajas causa cupidigia, attività, bisogno di agire, agitazione e desiderio.
13. “Il tamas come guna dominante produce oscurità, indolenza, trascuratezza nei doveri e illusione.
14. “L’uomo che muore con le qualità sattviche predominanti raggiunge le regioni immacolate in cui dimorano i conoscitori del Supremo.
15. “Se al momento della morte prevale il rajas, l’individuo rinasce tra quelli attaccati all’attività. Chi muore permeato dal tamas entra nei grembi di coloro che sono profondamente immersi nell’illusione.
16. “(I saggi) dicono che il frutto delle azioni sattviche è armonia e purezza. Il frutto delle azioni rajasiche è il dolore. Il frutto delle azioni tamasiche è l’ignoranza.
17. “Dal sattva nasce la saggezza; dal rajas la cupidigia; dal tamas la negligenza, l’illusione e l’ignoranza.
18. “Coloro che sono stabiliti nel sattva vanno in alto; i rajasici dimorano nel mezzo; mentre i tamasici, che sono immersi nel guna più basso, scendono giù.
19. “Quando il veggente non percepisce (nella creazione) alcun agente eccetto i tre guna, e conosce Quello che è superiore ai guna, entra nel Mio Essere.
20. “Avendo trasceso le tre qualità della Natura che sono la causa dell’incarnazione fisica – un uomo è liberato dalle sofferenze di nascita, vecchiaia, dolore e morte; e ottiene l’immortalità”.
Arjuna disse
21. “O Signore, quali segni contraddistinguono colui che ha trasceso le tre qualità? Qual è il suo comportamento? Come fa ad andare oltre i tre guna?”.
Il Signore Beato disse
22. “O Pandava! Colui che non aborrisce la presenza dei guna – (e dei loro effetti) illuminazione, attività e ignoranza – né deplora la loro assenza;
23. “Che rimane indifferente e non turbato dalle tre qualità – realizzando che esse soltanto operano nella creazione; con la mente che non oscilla, ma sempre centrata nel Sé;
24. “Uguale nel piacere e nel dolore, nella lode e nel biasimo – ben saldo nella sua natura divina; guardando con occhio equanime un pezzo di terra, una pietra e l’oro; uguale nella sua attitudine verso (persone ed esperienze) piacevoli e spiacevoli; fermo di mente;
25. “Uguale nell’onore e nel disonore; trattando allo stesso modo l’amico e il nemico; abbandonata ogni illusione di essere la persona che agisce – questi è colui che ha trasceso le tre qualità!
26. “Chi Mi serve con ferma devozione trascende i guna ed è qualificato a diventare Brahman.
27. “Poiché Io sono la base dell’Infinito, Immortale e Immutabile; e dell’eterno Dharma e della Beatitudine Assoluta”.
Qui finisce il quattordicesimo capitolo chiamato “Guna-traya-vibhaga-yoga”
“Lo Yoga della Distinzione fra i tre Guna”
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Capitolo XV – Purushottama – L’Essere Supremo
Il Signore Beato disse
1. “Essi (i saggi) parlano di un eterno albero ashvattha, con le radici in alto e i rami in basso, le cui foglie sono i Veda Chi conosce quest’albero della vita è un conoscitore dei Veda.
2. “I suoi rami, nutriti dai guna, si estendono in alto e in basso; i suoi germogli sono gli oggetti dei sensi; e sotto, nel mondo degli uomini, estende le radici che forzano l’uomo alle azioni.
3 – 4. “Le persone comuni non possono percepire la vera natura di quest’Albero, il suo principio, la sua fine e i suoi modi di continuità. I saggi dopo aver reciso l’Ashvattha saldamente radicato con la potente ascia del non attaccamento, pensando “lo prendo rifugio nel Primevo Purusha dal quale sono stati emanati gli eterni processi della creazione” – cercano la Mèta Suprema. E raggiuntala, non fanno più ritorno all’esistenza fenomenica.
5. “Senza brama di onore; libero dall’illusione e dal malevolo attaccamento; con i desideri banditi completamente; liberato dalle coppie di opposti, come piacere e dolore; sempre stabilito nel Sé, il saggio non più ingannato raggiunge lo stato immutabile.
6. “Laddove non splende il sole né la luna né il fuoco, quella è la Mia Dimora Suprema. Dopo averla raggiunta, gli uomini non rinascono mai più.
7. “Una parte eterna di Me Stesso, manifestata come anima vivente (jiva) nel mondo degli esseri, attira a sé i sei sensi – inclusa la mente che dimorano in Prakriti.
8. “Quando il Signore (come jiva) assume un corpo, porta con sé la mente e i sensi. Quando lascia quel corpo, li prende e se ne va, come il vento porta via i profumi dalle loro sedi (nei fiori).
9. “Governando la mente e i sensi dell’udito, della vista, del tatto, del gusto e dell’odorato, Egli gode del mondo dei sensi.
10. “Le persone immerse nell’illusione non Lo percepiscono mentre Egli rimane o diparte o fa esperienza del mondo dei guna. Ma Lo vedono quelli che hanno l’occhio della saggezza aperto.
11. “Gli yogi che si sforzano di ottenere la liberazione Lo vedono esistere in loro; ma le persone indisciplinate e non purificate non riescono a percepirLo, anche quando si sforzano di farlo.
12. “Sappi che la radiosità della luce del sole – che illumina il mondo intero – della luce che proviene dalla luna e della luce del fuoco, è la Mia.
13. “Permeando la terra con la Mia energia vitale (ojas), Io sostengo tutti gli esseri; e diventando la linfa lunare (soma), nutro tutte le forme vegetali.
14. “Diventato (il potente fuoco) Vaishvanara, sono presente nel corpo delle creature viventi; e, agendo attraverso il prana e l’apana, digerisco il cibo ingerito in quattro modi.
15. “Io dimoro nel cuore di tutti gli esseri. Da Me viene la memoria e la conoscenza, come pure la loro perdita. In verità Io sono Quello che dev’essere conosciuto attraverso i Veda, invero, Io sono il Conoscitore dei Veda e l’Autore del Vedanta.
16. “Nel cosmo vi sono due Esseri (Purusha), il perituro e l’imperituro. Tutte le creature costituiscono il perituro, mentre il Kutastha è l’Imperituro.
17. “Vi è però un altro, il Supremo Purusha, chiamato Spirito Supremo (Paramatma) – l’Eterno Signore che permea e sostiene i tre mondi.
18. “Io (il Signore) sono oltre il perituro (Prakriti) e sono anche superiore all’Imperituro (Kutastha). Per questo nei mondi e nei Veda (nella percezione intuitiva delle anime liberate) sono glorificato col nome di Purushottama, l’Essere Supremo.
19. “Discendente di Bharata! Colui che, liberato dall’illusione, Mi conosce come lo Spirito Supremo, conosce tutto. Egli Mi adora con tutto il suo essere.
20. “Così, o Senza-Peccato, ti ho impartito questa profondissima saggezza. Realizzandola, l’uomo diventa un saggio, uno che ha adempiuto con successo tutti i suoi doveri e tuttavia continua ad agire”.
Qui finisce il quindicesimo capitolo chiamato “Purushottama-yoga”
“Lo Yoga del Supremo Purusha”
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Capitolo XVI – Il Divino e il Demoniaco
Il Signore Beato disse
1. “Assenza di paura, purezza di cuore, perseveranza nell’acquisizione della saggezza e nella pratica yoga, carità, controllo dei sensi, compiere riti sacri (yajna), studio delle sacre scritture, austerità, rettitudine;
2. “Non violenza, verità, assenza di collera, rinuncia interiore, pace, avversione alla calunnia, compassione verso tutte le creature, assenza di cupidigia, gentilezza, modestia, tranquillità;
3. “Radiosità di carattere, clemenza, pazienza, purezza, mancanza di odio e assenza di orgoglio – queste qualità, o Bharata, sono la ricchezza di chi ha inclinazioni divine.
4. “O Partha, il vanitoso orgoglio, l’arroganza, l’eccessiva stima di sé, la collera, come pure l’asprezza e l’ignoranza, contraddistinguono l’uomo nato con una natura demoniaca (asurica).
5. “Le qualità divine donano la liberazione; le qualità demoniache portano alla schiavitù. Non temere, o Pandava! Tu sei dotato di caratteristiche divine.
6. “In questo mondo vi sono due tipi di uomini il divino e il demoniaco. Ti ho già descritto ampiamente quali sono le qualità divine. Ascolta ora, o Partha, quali sono quelle demoniache.
7. “Le persone di natura demoniaca non conoscono il giusto sentiero dell’azione o quando astenersi dall’azione. Esse mancano di purezza, di verità e di buona condotta.
8. “Dicono “Il mondo non ha un fondamento morale né una verità permanente, né un Dio o Signore. Tutte le cose traggono origine dalla mutua unione, causata dal desiderio lussurioso. Che altro?”.
9. “Coi loro piccoli intelletti, questi esseri rovinati s’attaccano alle loro erronee convinzioni e commettono molte atrocità. Essi sono nemici del mondo, propensi alla sua distruzione. 10. “Dediti a insaziabili desideri, pieni d’ipocrisia, orgoglio e arroganza, nutrendo idee malvagie a causa dell’illusione, tutte le loro azioni sono impuramente motivate.
11. “Credendo che l’appagamento dei desideri lussuriosi del corpo sia lo scopo supremo della vita, sicuri che questo mondo sia ‘tutto’, questi uomini sono immersi fino al momento della morte nelle cure e nelle preoccupazioni terrene.
12. “Legati da centinaia di catene di speranze ed aspettative egoistiche, schiavi del desiderio e della collera, si sforzano di procurarsi i godimenti fisici accumulando ricchezze in maniera disonesta.
13. “”Oggi ho ottenuto questo, e presto appagherò un altro desiderio. Questa è la mia attuale ricchezza, ma in futuro molto di più sarà mio”.
14. “”Ho ucciso questo nemico, e presto ne ucciderò anche altri. Sono un signore tra gli uomini; godo di tanti possessi; ho successo, sono potente e felice”.
15. “”Sono ricco e di nobile famiglia. Chi altri può essere paragonato a me? Offrirò doni con ostentazione e farò sacrifici formali; sarò felice”. Così parlano, fuorviati dall’ignoranza.
16. “Nutrendo pensieri confusi, presi nella rete dell’illusione, bramando solo la gratificazione dei piaceri dei sensi, essi sprofondano in un orribile inferno.
17. “Pieni d’arroganza, ostinati, inebriati dall’orgoglio della ricchezza, essi compiono ipocritamente sacrifici che sono tali solo di nome, senza seguire le ingiunzioni delle sacre scritture.
18. “Essendo pieni d’egoismo, di violenza, d’arroganza, di lussuria, e inclini all’ira – questi uomini malvagi disprezzano Me, che dimoro in loro e in tutti gli altri.
19. “Questi crudeli perpetratori del male che non sanno che odiare, i peggiori tra gli uomini, Io li getto ripetutamente nei grembi demoniaci del mondo delle rinascite.
20. “Entrando in grembi di asura, illusi nascita dopo nascita, non riuscendo ad ottenerMi, essi discendono in abissi sempre più profondi.
21. “Tre sono le porte dell’inferno che portano alla distruzione del bene dell’anima lussuria, collera e cupidigia. Perciò, l’uomo deve abbandonare queste tre.
22. “Figlio di Kunti! Allontanandosi dalle tre porte del regno delle tenebre, l’uomo agisce per il bene della propria anima e quindi raggiunge la Mèta Suprema.
23. “Chi ignora i comandamenti delle sacre scritture e agisce seguendo i propri folli desideri, non ottiene la felicità né la perfezione né la Mèta Suprema.
24. “Prendi dunque le sacre scritture come guida per determinare ciò che dev’essere fatto e ciò che dev’essere evitato. Con la comprensione intuitiva degli insegnamenti esposti nei testi sacri, sii felice di compiere il tuo dovere qui (nel mondo)”.
Qui finisce il sedicesimo capitolo chiamato “Daivasura-sampad-vibhaga-yoga”
“Lo Yoga della Distinzione fra le Qualità Divine e quelle Demoniache”.