Il canto del Beato
- Capitolo IX – La Scienza e il Mistero Regale
- Capitolo X – Le Manifestazioni Divine
- Capitolo XI – La Visione della Forma Universale
- Capitolo XII – Bhakti Yoga
- Indice
Capitolo IX – La Scienza e il Mistero Regale
Il Signore Beato disse
1. “A te, che non fai critiche vane, adesso rivelerò il mistero sublime (la natura immanente e trascendente dello Spirito). Possedendo la realizzazione intuitiva di questa saggezza, sarai liberato dal male.
2. “Questa realizzazione intuitiva è la scienza suprema, il segreto regale, il purificatore incomparabile, l’essenza del dharma (il giusto dovere dell’uomo); è la percezione diretta della verità – l’illuminazione imperitura – che si ottiene con vie (dello yoga) molto facili da praticare.
3. “O Terrore dei Nemici, gli uomini che non hanno fede in questo dharma (perché non sono devoti alle pratiche yoga) non Mi realizzano. Essi percorrono ripetutamente l’oscuro sentiero pieno di morte del samsara (il ciclo delle rinascite).
4. “Io – il Non Manifesto – pervado l’intero universo. Tutte le creature risiedono in Me, ma Io non sono in esse.
5. “Guarda il Mio mistero divino, in cui tutti gli esseri apparentemente non sono in Me, né il Mio Sé dimora in loro; eppure Io soltanto sono il loro Creatore e Sostenitore!
6. “Come l’aria (vayu) si muove liberamente nell’infinità dello spazio (akasha) ed ha il suo essere nello spazio (pur essendo differente da esso), allo stesso modo tutte le creature hanno il loro essere in Me (ma non sono Me).
7. “Al termine di un ciclo (kalpa), o Figlio di Kunti, tutti gli esseri ritornano allo stato non manifesto della Mia Natura Cosmica (Prakriti). All’inizio del ciclo seguente Io li proietto di nuovo fuori.
8. “Ridando vita a Prakriti, Mia stessa emanazione, Io proietto ripetutamente la moltitudine delle creature, tutte soggette alle leggi finite della Natura.
9. “Queste attività non Mi legano, o Dhananjaya, perché Io ne rimango al di sopra, distaccato e indifferente.
10. “Soltanto la Mia presenza vivificante fa sì che Madre Natura generi l’universo animato e inanimato. A causa Mia (attraverso Prakriti i mondi girano in cicli alterni (di creazione e dissoluzione).
11. “L’ignorante, dimentico della Mia natura trascendente di Gran Signore di tutti gli esseri, disconosce anche la Mia presenza nella forma umana.
12. “Privi di intuizione, coi loro desideri; pensieri e azioni completamente vani, questi uomini possiedono la natura illusa dei demoni e degli esseri malvagi.
13. “Mentre i mahatrna (le grandi anime), che nella loro natura esprimono le qualità divine, Mi offrono la devozione esclusiva delle loro menti, conoscendoMi come la Fonte Imperitura di tutti gli esseri.
14. “Costantemente assorti in Me, inchinandosi con devozione, essi Mi adorano e glorificano sempre il Mio Nome, fermi e risoluti nella loro aspirazione suprema.
15. “Altri ancora, celebrando il sacrificio della conoscenza (jnana-yajna), adorano Me – il Signore dal corpo cosmico – in diversi modi, prima come il Molteplice e poi come l’Uno.
16. “Io sono il rito, il sacrificio, l’offerta agli antenati, l’erba medicinale, il canto sacro (mantra), il burro sacrificale, il fuoco sacro e l’oblazione.
17. “Di questo mondo Io sono il Padre, la Madre, l’Avo, il Sostenitore, il Purificatore, il solo Oggetto di conoscenza, il Suono Cosmico Aum e anche la tradizione vedica (il Rig, Sama e Yajur-Veda).
18. “Io sono la Mèta Finale, il Sostenitore, il Signore, il Testimone, la Dimora, il Rifugio e l’unico Amico. Io sono l’Origine, la Dissoluzione, il Fondamento, la Miniera Cosmica e il Seme Indistruttibile.
19. “Io do il calore del sole, o Arjuna, e mando o trattengo la pioggia. Io sono l’Immortalità e anche la Morte. Io sono l’Essere (Sat) e il Non-Essere (Asat).
20. “I conoscitori dei tre Veda, purificandosi dal peccato con il rito del Soma, Mi adorano attraverso lo yajna (sacrificio) e così realizzano il loro desiderio di entrare in cielo. Là, nel regno sacro delle divinità astrali, i devoti godono i sottili piaceri celesti.
21. “Dopo essersi deliziati nelle gloriose regioni superiori, quando il loro buon karma ha termine, questi esseri ritornano sulla terra. Pur conformandosi alle ingiunzioni delle sacre scritture, desiderando i piaceri (le ricompense celesti), essi vanno e vengono (tra cielo e terra).
22. “Agli uomini che meditano su di Me come il loro stesso Sé, sempre uniti a Me con un’adorazione incessante, Io do tutto ciò di cui. hanno bisogno e rendo permanenti i loro guadagni.
23. “O Figlio di Kunti, anche i devoti di altri dèi che offrono loro sacrifici con fede, in effetti adorano soltanto Me, anche se non nella maniera giusta.
24. “Invero Io sono il solo Signore che gode di tutti i sacrifici. Ma siccome (gli adoratori delle Mie forme inferiori) non Mi percepiscono nella Mia vera natura, essi ritornano (in questo mondo).
25. “I devoti delle divinità astrali vanno ad esse; coloro che venerano gli antenati vanno ai mani. Agli spiriti della natura vanno coloro che li cercano; e i Miei devoti vengono a Me.
26. “La reverente offerta di una foglia, un fiore, un frutto o dell’acqua, fattaMi con cuore puro, è un atto di devozione ben accetto ai Miei occhi.
27. “O Figlio di Kunti, dedica tutte le tue azioni – sia che mangi o celebri riti spirituali, che offra doni o pratichi l’autodisciplina – come offerte a Me.
28. “Così nessuna azione potrà incatenarti con i risultati buoni o cattivi del karma. Con il tuo Sé saldamente ancorato in Me, mediante lo yoga e la rinuncia, otterrai la libertà e verrai a Me.
29. “Io sono imparziale verso tutti gli esseri. Nessuno Mi è odioso, nessuno caro. Ma quelli che Mi offrono l’amore dei loro cuori sono in Me, come Io sono in loro.
30. “Anche un grande peccatore che rifugge tutto il resto per adorare soltanto Me può essere annoverato tra i buoni, perché ha deciso rettamente.
31. “Diventerà rapidamente virtuoso e otterrà la pace eterna. O Figlio di Kunti, di’ a tutti con certezza che il Mio devoto non perisce mai!
32. “Prendendo rifugio in Me, tutti gli esseri possono conseguire la Realizzazione Suprema – anche se di nascita peccaminosa, donne, vaishya o sudra.
33. “Quanto più facilmente, dunque, posso essere realizzato dai santi brahmini (conoscitori di Dio o Brahman) e dai devoti rajarishi (saggi reali)! Essendo entrato in questo mondo impermanente e senza felicità, adora soltanto Me (Spirito).
34. “Fissa la tua mente su di Me, sii Mio devoto, inchinati a Me con reverenza in un’adorazione incessante. Unito così a Me, che sono la tua Mèta Suprema, tu sarai Mio”.
Qui finisce il nono capitolo chiamato “Rajavidya-rajaguhya-yoga”
“Lo Yoga della Scienza Regale e del Mistero Regale”.
* * *
Capitolo X – Le Manifestazioni Divine
Il Signore Beato disse
1. “O Eroe dal Braccio Possente, ascolta ancora una volta la Mia parola suprema. Per il tuo sommo bene, parlerò di nuovo a te che ascolti con gioia.
2. “Né la moltitudine degli angeli né i grandi saggi conoscono la Mia natura non generata, perché anche deva e rishi (sono esseri creati, e dunque) hanno origine in Me.
3. “Ma l’uomo che realizza che Io sono senza nascita e senza inizio, il Gran Signore della creazione, conquista l’illusione e perviene allo stato senza peccato anche mentre vive in un corpo mortale.
4 – 5. “Discriminazione, saggezza, mancanza d’illusione, tolleranza, verità, controllo dei sensi, pace di mente, gioia, dolore, nascita, morte, paura, coraggio, non violenza, equanimità, serenità, autodisciplina, carità, fama e infamia – tutti questi diversi stati scaturiscono soltanto da Me, come modificazioni della Mia natura.
6. “I sette grandi Rishi, i quattro Antichi e i (quattordici) Manu sono pure modificazioni della Mia natura, nati dal Mio pensiero e dotati di poteri (creativi) come i Miei. Da questi progenitori derivano tutte le creature viventi sulla terra.
7. “Chi con lo yoga realizza la verità delle Mie molteplici manifestazioni, e il potere creativo e distruttivo del Mio yoga divino, è saldamente unito a Me. Questo è al di là di ogni dubbio.
8. “Io sono la Sorgente di ogni cosa; da Me scaturisce tutta la creazione. Con questa realizzazione, il saggio Mi adora pieno di reverenza.
9. “Coi pensieri rivolti totalmente a Me, con le loro vite abbandonate a Me, illuminandosi l’un l’altro, glorificandoMi sempre, i Miei devoti sono soddisfatti e gioiosi.
10. “A coloro che sono sempre attaccati a Me e che Mi adorano con amore, Io trasmetto la saggezza discriminativa (buddhi yoga) per mezzo della quale Mi realizzano totalmente.
11. “Per pura compassione Io – il Divino che risiede nei cuori – accendo in loro la luce radiosa della saggezza che bandisce l’oscurità nata dall’ignoranza”.
Arjuna disse
12 – 13. “Tu sei lo Spirito Supremo, la Dimora Suprema, la Purezza Suprema! Tutti i grandi saggi, il divino veggente Narada, come pure Asita, Devala~ e Vyasa Ti hanno descritto come l’Eterno Purusha che splende di luce propria, la Divinità Originaria, Senza Nascita ed Onnipresente! Ed ora Tu Stesso me lo dici!
14. “O Keshava! Considero verità eterna tutto quello che mi hai rivelato. Invero, mio Signore, né i deva (dèi) né i danava (titani) conoscono gli infiniti modi delle Tue manifestazioni.
15. “O Divino Purusha, Origine degli esseri, Signore di tutte le creature, Dio degli dèi, Sostenitore del mondo in verità Tu soltanto conosci Te Stesso mediante Te Stesso.
16. “Ti prego perciò di espormi senza riserve i Tuoi poteri e attributi divini, per mezzo dei quali la Tua Onnipresenza sostiene tutti i mondi.
17. “O Grande Yogi! Come dovrò meditare per conoscerTi veramente? In quali aspetti e forme, Beato Signore, devo concepirTi?
18. “O Janardana! Parlami ancora estesamente dei Tuoi poteri yoga e delle Tue manifestazioni; perche’ non sono mai pago d’ascoltare le Tue parole d’ambrosia!”.
Il Signore Beato disse
19. “O Migliore dei Principi! Adesso ti parlerò delle Mie manifestazioni fenomeniche – ma solo delle principali, perché non vi è fine alla Mia varietà.
20. “O Conquistatore del sonno! Io sono il Sé nel cuore di tutte le creature. Io sono l’Origine, l’Esistenza e la Fine di tutti gli esseri.
21. “Degli Aditya (dodici esseri risplendenti), Io sono Vishnu; degli astri luminosi, Io sono il sole raggiante; dei Marut (divinità del vento), sono Marici; dei corpi celesti, sono la luna.
22. “Tra i Veda, Io sono il Sama Veda tra gli dèi, sono Vasava (Indra); tra i sensi, sono la mente (manas); negli esseri viventi, sono l’intelligenza.
23. “Dei Rudra (undici esseri radiosi), Io sono (il loro capo) Shankara (Shiva); tra gli Yaksha e i Rakshasa (esseri semi divini), sono Kubera (il Signore delle ricchezze); dei Vasu (Otto esseri vitalizzanti), Io sono Pavalta (il dio del fuoco, il potere purificante); delle montagne, sono il monte Meru.
24. “E dei sacerdoti – o Figlio di Pritha – sappi che Io sono il loro capo, Brihaspati. Tra i generali, Io sono Skanda; delle distese d’acqua, sono l’oceano.
25. “Tra i maharishi (grandi saggi), Io sono Bhrigu; tra le parole, sono il monosillabo ‘Aum’; tra gli yajna (cerimonie sacre), sono il japa-yajna (il canto estatico silenzioso); delle cose inamovibili, sono l’Himalaya.
26. “Tra tutti gli alberi, sono l’Ashvattha; tra i devarishi (veggenti divini) sono Narada. Tra i Gandharva (semidèi) sono Citraratha; e tra i siddha (esseri perfetti liberati) sono il muni (santo) Kapila.
27. “Tra i cavalli, sappi che sono Uchchaihshrava, nato dal nettare; tra gli elefanti (sono) Airavata, l’elefante bianco di Indra; e tra gli uomini, l’imperatore.
28. “Delle armi, sono il fulmine; dei bovini, sono Kamadhuk (la mucca celeste che soddisfa tutti i desideri). Io sono Kandarpa (il dio dell’amore, la personificazione della coscienza creativa), la causa delle nascite; e tra i serpenti sono Vasuki.
29. “Tra i serpenti Naga, sono Ananta (l’eterno); fra le creature delle acque, sono Varuna (dio dell’oceano); tra gli antenati (pitri), sono Aryama; fra tutti coloro che controllano, Io sono Yama.
30. “Tra i daitya (demoni e giganti), sono Prahlada; fra i misuratori, Io sono il Tempo. Tra gli animali, sono il re delle bestie (il leone); e tra gli uccelli sono Garuda (‘signore dei cieli’, il veicolo di Vishnu).
31. “Tra i purificatori, Io sono il vento; fra i guerrieri armati sono Rama; tra gli esseri acquatici, sono Makara (il veicolo del dio dell’oceano, lo squalo); tra i fiumi, Io sono Jahnavi (il Gange).
32. “Di tutte le manifestazioni – o Arjuna – Io sono il principio, il mezzo ed anche la fine. Di tutti i rami della conoscenza, Io sono la saggezza del Sé. Per gli oratori, sono la logica discriminativa (vada).
33. “Delle lettere, sono la lettera A; e dei composti grammaticali, sono il dvandva (quello che congiunge). Io sono il Tempo eterno e immutabile; sono il Creatore Onnipresente (che dispensa i frutti delle azioni), la cui faccia è rivolta in ogni direzione.
34. “Io sono la Morte che tutto divora; e la Nascita, l’origine di tutto ciò che sarà. Tra le qualità femminili (di Prakriti) sono la gloria, la prosperità (o bellezza, Sri), il potere illuminante della parola, la memoria, l’intelligenza, il potere dell’intuizione e la costanza della pazienza divina.
35. “Degli inni (del Sama Veda), Io sono il Brihat-Sama; dei metri poetici, sono il Gayatri; dei mesi, sono Margasirsha (novembre-dicembre); delle stagioni, sono Kusumakara, quella dei fiori (la primavera).
36. “Io sono il gioco d’azzardo dei fraudolenti; sono lo splendore del radioso. Sono la vittoria e il potere di fare lo sforzo; Io sono il Sattva dei buoni (sattvici).
37. “Dei Vrishni, Io sono Vasudeva (Krishna); fra i Pandava, sono Dhananjaya (Arjuna). Tra i muni (santi), sono Vyasa; fra i saggi sono il savio Ushanas.
38. “Io sono lo scettro dei sovrani e l’arte politica di chi cerca la vittoria. Sono anche il silenzio delle cose segrete e la saggezza dei sapienti.
39. “Inoltre – Arjuna – sono qualunque cosa costituisca il seme riproduttivo di tutti gli esseri. Non vi è nulla, mobile o immobile, che possa esistere senza di Me.
40. “O Parantapa, le manifestazioni dei Miei divini attributi (vibhuti) sono illimitate. La Mia breve esposizione è solo un semplice accenno ai Miei poteri infiniti.
41. “Sappi che qualunque essere operi miracoli, possieda vera prosperità e sia dotato di grande valore, è la manifestazione di una particella del Mio splendore.
42. “Ma a che ti può servire – o Arjuna – la conoscenza di tutti questi particolari? (Sappi semplicemente che) Io, l’Immutabile ed Eterno, sostengo e permeo l’intero universo con un solo frammento del Mio Essere”.
Qui finisce il decimo capitolo chiamato “Vibhuti-yoga”
“Lo Yoga delle Manifestazioni Divine”
* * *
Capitolo XI – La Visione della Forma Universale
Arjuna disse
1. “Pieno di compassione, Tu mi hai rivelato la saggezza segreta del vero Sé, bandendo così la mia illusione.
2. “Tu – (Krishna) Occhi di Loto – mi hai parlato estesamente dell’origine e della dissoluzione di tutti gli esseri, e della Tua eterna sovranità.
3. “Così invero Ti sei proclamato a me, o Signore Supremo! Tuttavia desidero ardentemente vederTi nella Tua Forma Divina (Ishvarica), o Purushottama.
4. “O Maestro, Signore degli Yogi! Se mi ritieni capace di vederLo, mostrami il Tuo Sé Infinito”. Il Signore Beato disse.
5. “Guarda, o Partha, le Mie forme divine, a centinaia, a migliaia – di svariati colori e d’ogni genere!
6. “Guarda gli Aditya, i Vasu, i Rudra, i gemelli Ashvin, i Marut e molte altre cose meravigliose mai viste prima!
7. “O Conquistatore del Sonno! Guarda ora riuniti nel Mio Corpo Cosmico tutti i mondi, tutto ciò che si muove o è immobile, e qualunque altra cosa desideri vedere.
8. “Ma tu non puoi vederMi con occhi mortali. Perciò ti concedo la vista divina. Guarda il potere supremo del Mio yoga!”.
Sanjaya disse (a re Dhritarashtra)
9. Con queste parole Hari, l’eccelso Signore dello Yoga, mostrò ad Arjuna la Sua Completa Manifestazione, la Forma Cosmica di Ishvara.
10- 11. (Arjuna vide) la multiforme e meravigliosa Presenza della Divinità – infinita nelle forme, splendente in ogni direzione dello spazio, onnipotenza onnipervadente, adorna d’innumerevoli abiti, ghirlande e ornamenti celesti, con in pugno armi divine, fragrante di ogni amabile essenza, con occhi e bocche dappertutto!
12. Se un migliaio di soli apparissero simultaneamente nel cielo, fiocamente la loro luce potrebbe rassomigliare allo splendore di quel potente Essere!
13. Dimorando nella forma infinita del Dio degli dèi, Arjuna vide l’intero universo con tutte le sue variegate manifestazioni.
14. Allora Dhananjaya, pieno di stupore e con i peli ritti, con le mani giunte (in segno di preghiera) e inchinando con reverenza la testa davanti al Signore, così Gli si rivolse Arjuna disse
15. “Amato Signore, Adorato dagli dèi! Vedo il Tuo corpo che sostiene tutti gli esseri incarnati, i grandi veggenti e gli innumerevoli angeli-santi divini. Dimorando nel profondo della caverna misteriosa, l’ardente desiderio della natura serpentina, pur feroce e sottile, ora è domato, dimentico del suo gioco mortale. E il Signore Brahma, dio degli dèi, siede al sicuro sul fiore di loto.
16. “Gran Signore dei mondi dal Corpo Cosmico, oh, io Ti vedo dappertutto all’infinito, con innumerevoli braccia, petti, bocche ed occhi! Tuttavia rimango all’oscuro della Tua nascita, del Tuo regno e della Tua presenza qui.
17. “O Dirompente Fiamma Risplendente, o Raggio Accecante! Oggi divampa il Tuo potere concentrato il Tuo Nome si diffonde ovunque fin nei più remoti recessi abissali. Ornato di una corona di stelle e impugnando lo scettro del potere sovrano, Tu fai girare il disco roteante dell’evoluzione, o Ardente Febo!
18.”Tu sei l’Imperituro Brahman, l’Essere Supremo, il Rifugio Cosmico, il Tema della Saggezza, il vero Guardiano dell’Eterno Dharma Tu sei per me l’Antico Purusha!
19. “O Tu senza principio, senza mezzo e senza fine, vedo le Tue infinite braccia al lavoro; i Tuoi occhi onnipresenti fatti di soli e lune e cieli stellati; dalla Tua bocca fuoriescono fiamme vibranti, mentre pronunci Aum, il Tuo Nome Cosmico. Il Tuo innato splendore protegge dal danno e scalda la distante creazione.
20. “O Anima Suprema, lo spazio tra la terra e la casa degli dèi, tutte le direzioni e ogni zolla di terra, tutte le alte dimore e le sfere che le circondano sono da Te pervase, vicino e lontano. E i tre mondi impauriti adorano la Tua forma temibile e meravigliosa.
21. “In Te entrano moltitudini di dèi. Con le mani giunte, timorosi, alcuni pregano per prendere rifugio in Te. Con splendidi inni di ‘pace’, i grandi rishi e i siddha (che hanno attraversato con successo il sentiero spirituale) adorano Te e solo Te!
22. “Gli undici astri del cielo (Rudra); i dodici soli luminosi (Aditya); gli otto Antichi (Vasu), grande lustro delle stelle; i rispettati eremiti (Vishva-deva); le divinità protettrici (Sadhya), agenti dei signori cosmici; i forti principi gemelli (Ashvin), dal valore ben noto; i quarantanove venti (Marut), che legano intimamente l’atomo; gli antichi spiriti tutelari (Ushmapa); moltitudini di Yaksha (spiriti-folletti), semidèi (Gandharva) e demoni (Asura); i Perfetti (Siddha) nel sentiero spirituale, contemplano con meraviglia il Tuo eccelso valore!
23. “Vedo Te – dalle braccia possenti – con innumerevoli bocche e occhi stellati, con infinite mani e gambe adorne di piedi di loto. L’immensa voragine della Tua bocca, con i denti del giorno del giudizio, si spalanca ad ingoiare i mondi intorno che si dissolvono, e lascia in me un puro e gioioso timore reverenziale. Vedendo la Tua immensità tutti i mondi rimangono esterrefatti, ed anch’ io!
24. “Vedendo le profondità dell’immenso vuoto piene di Te, la Tua bocca spalancata e i diversi colori del Tuo fiammeggiante corpo luminoso, sono in cuor mio terrorizzato – o Vishnu – e non trovo né coraggio né pace.
25. “Nelle Tue bocche vedo denti feroci e le fiamme distruttrici del tempo che mi minacciano. Non riconosco le quattro direzioni. Mostrami compassione! Da solo non trovo pace. O Custode Cosmico, Signore degli dèi, Ti prego d’ascoltare le mie umili parole.
26. “I figli dei sensi dominati dall’orgoglio principesco, insieme all’ego, alle abitudini karmiche e ai piaceri materiali, sono in attesa di scagliarsi sui nostri saggi capi; eppure essi guidano la corsa della morte, per cadere e svanire per sempre nella Tua bocca vorace adorna di crudeli denti sgraziati.
27. “Il vincitore e il vinto (il giusto e l’ingiusto, entrambi Tuoi figli) reclamano ancora il Tuo amore; eppure tutti un giorno baceranno la polvere e dormiranno sul suolo comune della terra. Si vedono le teste maciullate di alcuni incastrate fra i Tuoi denti avidi.
28. “Come le onde impetuose dei ruscelli desiderano farsi strada in mezzo a una moltitudine di ondine e scorrere verso L’oceano, così gli eroici rivoli della vita vanno a scontrarsi in una lotta furibonda nella bocca schiumeggiante del Tuo mare di fuoco, dove le scintille della vita danzano in Te.
29. “Come i moscerini incantati dal gioco della bellezza si precipitano guizzanti e incuranti nella fiamma, così i fuochi illusori della passione pretendono di splendere come la Tua luce divina, spronando i mortali a rispondere al richiamo della morte.
30.”Dalla Tua bocca fiammeggiante guizzano lingue saettanti che leccano il sangue caldo di forti e deboli. Tu, Dio Goloso, divori con fame infinita. O Vishnu, Tu distruggi i mondi con raggi di fuoco onnipervadenti.
31. “Sii benevolo, o Principio degli dèi! Io desidero veramente conoscere chi sei – Signore Primevo, Forma Terrificante e nello stesso tempo infinitamente buona. Dimmi qual è la Tua volontà sovrana, perché ancora non la conosco”. Il Signore Beato disse
32. “In guisa di Destino Infinito, Io vengo come l’avaro Tempo per cogliere e accogliere nelle Mie ardenti fauci i deboli timorosi, e tutti gli esseri mortali stanchi del mutamento della morte, e con il nettare della Mia vita prepararli ad affrontare impavidi nuove lotte superliori. Anche se tu non uccidessi i tuoi malvagi nemici, un giorno questi guerrieri schierati in battaglia cadranno sicuramente nelle fauci della Mia giustizia.
33 .”Sorgi, svegliati! Sorgi, svegliati! Colpisci a morte i tuoi nemici, fa, prigioniera la carne e cogli la gloria della vittoria partecipando al gioco della battaglia. Goditi la ricchezza del Re della pace, e del regno dei cieli! Ben conosco gli avvenimenti che ha in serbo il mistico futuro; e invero ti dico che molto tempo fa Io ho ucciso i tuoi nemici e questi guerrieri, molto prima che la tua mano-agente potesse sapere (che avrei fatto approdare i tuoi nemici alle buie rive della morte).
34. “Tu sei il Mio strumento; ed è così che attuo i Miei piani nell’universo, servendomi di diversi strumenti. Io ho già ucciso e ancora ucciderò le schiere dei sensi (Drona, Bhishma, Jayadratha, Karna e altri potenti guerrieri), sia tramite te che attraverso i Miei soldati del passato e del futuro!”.
Sanjaya disse (a Re Dhritarashtra)
35. Dopo avere ascoltato le parole di Keshava, tremante e intimorito, con le mani giunte in segno di preghiera, Arjuna s’inchinò ancora una volta umilmente e con voce tremula si rivolse a Krishna
Arjuna disse
36. “A ragione, Hrishikesha, i mondi sono fieri e felici di cantare la Tua gloria! I demoni, terrorizzati, cercano salvezza fuggendo in tutte le direzioni; mentre le moltitudini dei siddha (esseri perfetti) s’inchinano per adorarTi.
37. “E perché non dovrebbero adorarTi, Spirito Infinito? Poiché Tu sei più grande di Brahma, il Creatore, che è scaturito da Te. O Essere Infinito, Dio degli dèi, Rifugio dell’universo, Tu sei l’Imperituro il Manifesto, il Non Manifesto e Quello oltre (il Mistero Supremo)!
38. “Tu sei il Dio Primevo, l’Antico Purusha! Tu sei il Rifugio Supremo dei mondi, il Conoscitore e il Conosciuto, la Mèta Suprema! La Tua onnipresenza splende nell’universo – o Tu dalla Forma Illimitata!
39. “O Fluida Vita delle Correnti Cosmiche (Vayu), o Re della Morte (Yama), o Dio del Fuoco (Agni), o Sovrano del Mare e de! Cielo (Varuna), o Signore della Notte (la Luna), o Padre Divino dall’innumerevole progenie (Prajapati), o Grande Antenato di tutti! A Te lode, lode senza fine! A Te rivolgo migliaia di volte i miei saluti!
40. “O Potenza Infinita, o Invincibile Onnipresenza Onnisciente, o Tutto! Io m’inchino a Te davanti e di dietro, m’inchino a Te a sinistra e a destra, m’inchino a Te sopra e sotto, m’inchino a Te che mi avvolgi e mi compenetri dappertutto!
41 – 42. “Inconsapevole della Tua gloria cosmica e considerandoTi come un compagno familiare, spesso mi sono rivolto a Te chiamandoti con audacia ‘Krishna’, ‘Yadava’ e ‘Amico’. Per tutte queste parole, sia dette con incuranza o con affetto, e per qualunque irriverenza possa aver mostrato nei Tuoi confronti – Signore Incrollabile! – durante lo scherzo o a pranzo, mentre camminavamo, sedevamo o riposavamo, da solo con Te o in compagnia di altri – per tutte queste mancanze involontarie, o Incommensurabile, io chiedo perdono.
43. “Tu sei il Padre di tutto, di ciò che si muove e di ciò che non si muove. Nessun altro che Te è degno di essere adorato, o Guru Sublime! Non esiste un altro uguale a Te nei tre mondi. Chi Ti può superare, Signore dalla potenza incomparabile?
44. “Perciò, Signore Adorabile, mi getto ai Tuoi piedi implorando il Tuo perdono. O Signore, perdonami come un padre suo figlio, come un amico un caro amico, come un amante la sua amata!
45. “Colmo di gioia per aver contemplato una visione mai vista prima, la mia mente non è però libera dalla paura. Sii misericordioso con me, o Signore degli dèi, Rifugio dei mondi! Mostrami soltanto la Tua forma divina (del benevolo Vishnu).
46. “Desidero vederTi come prima, come Vishnu con quattro braccia, cinto di corona e con in mano la mazza e il disco. MostraTi di nuovo a me in quella forma, Tu che hai migliaia di braccia e assumi la forma dell’universo”!
Il Signore Beato disse
47.”Pieno di grazia ho esercitato il Mio potere yoga per rivelare a te, Arjuna, la Mia suprema forma originaria, la Mia infinita e radiosa forma universale, che nessun altro ha mai visto prima.
48.”Nessun essere mortale – eccetto te, o Grande Eroe dei Kuru – è in grado di contemplare la Mia forma universale. Questa visione non si può ottenere con i sacrifici o la carità né facendo rituali o rigorose austerità né con lo studio dei Veda.
49.”Non devi aver timore né essere turbato, vedendo il Mio aspetto terribile. Rimuovendo ogni paura e col cuore colmo di gioia, guarda ancora una volta la Mia forma a te familiare”.
Sanjaya disse (a Re Dhritarashtra)
50.Dopo aver parlato così, Vasudeva, il Signore dell’universo, riassunse la forma di Krishna. Riapparendo ad Arjuna in quella forma di grazia, la Grande Anima consolò il Suo devoto intimorito.
Arjuna disse
51. “O Tu che esaudisci tutti i desideri (Janardana)! Guardando di nuovo la Tua dolce forma umana, la mia mente si acquieta e sento di essere tornato alla mia vera natura”.
Il Signore Beato disse
52. “É davvero molto difficile contemplare la Mia Visione Universale, come tu l’hai vista! Perfino gli dei desiderano continuamente vedere quella Forma.
53. “Essa non viene svelata né attraverso le austerità né con lo studio delle sacre scritture né elargendo doni nè facendo adorazioni e sacrifici formali.
54. “O Terrore dei sensi-nemici! Soltanto con l’indivisa devozione (facendo convergere, mediante lo yoga, tutti i pensieri in un’unica percezione divina) Io posso essere contemplato nella Forma Cosmica in cui Mi hai visto e conosciuto in realtà e infine abbracciato nell’Unità!
55. “O Arjuna, chi agisce soltanto per Me, chi fa di Me la sua mèta suprema, chi s’abbandona con amore a Me, non è attaccato (ai Miei illusori mondi di sogno) e non nutre inimicizia verso alcuno (vedendo Me in tutto) questi entra nel Mio essere!”.
Qui finisce l’undicesimo capitolo chiamato “Vishvarupa-darshana-yoga”
“Lo Yoga della visione della Forma Universale”‘
* * *
Capitolo XII – Bhakti Yoga
Arjuna disse
1. “Fra quei devoti che Ti adorano con costante fermezza e quelli che adorano l’Imperituro, il Non Manifesto quali sono maggiormente versati nello yoga?”.
Il Signore Beato disse
2. “Coloro che fissando le loro menti su di Me, Mi adorano stando sempre uniti a Me con devozione suprema, sono a Mio parere i perfetti conoscitori dello yoga.
3. “Ma quelli che adorano l’Imperituro, l’Indescrivibile, il Non Manifesto, l’Onnipresente, l’Inconcepibile, l’Immutabile, l’Eterno;
4. “Che hanno soggiogato tutti i sensi, che sono sempre in possesso di equanimità e si dedicano al benessere di tutti gli esseri – invero anch’essi ottengono Me.
5. “Coloro che si prefiggono per mèta il Non Manifesto aumentano le difficoltà; perché per gli esseri incarnati arduo è il sentiero che porta all’Assoluto.
6 – 7. “Ma quelli che Mi adorano, abbandonando a Me tutte le attività (pensandoMi come l’unico Autore delle azioni), contemplandoMi con uno yoga totale ed esclusivo – rimanendo assorti in Me – invero, Figlio di Pritha, per questi che hanno la coscienza fissa in Me Io divento ben presto il Salvatore che li tira fuori dall’oceano delle nascite mortali.
8. “Immergi la tua mente soltanto in Me, concentra su di Me la tua percezione discriminativa, e al di là di ogni dubbio dimorerai eternamente in Me.
9. “O Dhananjaya, se non fossi capace di tenere ferma la tua mente su di Me, cerca allora di raggiungerMi con la pratica costante dello yoga.
10. “Se però non fossi capace di praticare yoga con continuità, dedicati con diligenza a compiere azioni pensando a Me. Anche impegnandoti nelle attività per amor Mio otterrai il supremo successo divino.
11. “Se non riuscissi a fare neppure questo, allora, rimanendo attaccato a Me come tuo Rifugio, rinuncia ai frutti di tutte le azioni mentre continui a sforzarti di ottenere l’autocontrollo.
12. “Invero la saggezza (nata dalla pratica yoga) è superiore alla pratica (meccanica) dello yoga; la meditazione è più desiderabile del possesso della conoscenza (teorica); la rinuncia ai frutti delle azioni è meglio (degli stati iniziali) della meditazione. la rinuncia ai frutti delle azioni è seguita immediatamente dalla pace.
13 – 14. “Chi è libero dall’odio verso tutte le creature ed è amichevole e compassionevole verso tutti; chi è privo della coscienza di “Io e mio” e di possessività; chi è equanime nella sofferenza e nella gioia; paziente e misericordioso, sempre contento; chi pratica regolarmente yoga, sforzandosi costantemente di conoscere il Sé e unirsi allo Spirito; chi è in possesso di ferma determinazione, con la mente e la discriminazione abbandonate a Me questi è Mio devoto, e Mi è caro.
15. “L’individuo che non crea disturbo nel mondo e che non può essere disturbato dal mondo, che è libero da esultanza, gelosia, paura e ansietà – anche questi Mi è caro.
16. “Chi è libero dai desideri mondani, chi è puro (nel corpo e nella mente), chi è sempre pronto (ad agire), chi rimane indifferente e non turbato dalle circostanze, chi ha rinunciato a tutte le imprese piacevoli (iniziate dall’ego) – questi è Mio devoto, e Mi è caro.
17. “Chi non sente né gioia né avversione verso le cose tristi e piacevoli (della vita), chi è libero da dolori e desideri, chi ha bandito (la coscienza relativa di) bene e male, e chi è intensamente devoto – questi Mi è caro.
18 – 19. “Chi è ugualmente tranquillo davanti ad amici e nemici, (ricevendo) adorazione e insulti, e durante le esperienze di caldo e freddo e di piacere e sofferenza; chi ha rinunciato all’attaccamento, considerando allo stesso modo lode e biasimo; chi è tranquillo e contento con qualunque cosa, non attaccato alla vita di casa, ed ha una natura calma e piena di devozione – questi Mi è caro.
20. “Ma quelli che perseguono con fede (shraddha) questa religione (dharma) immortale, come ho detto prima, colmi di devozione e supremamente assorti in Me – questi devoti Mi sono estremamente cari”.
Qui finisce il dodicesimo capitolo chiamato “Bhakti-yoga”
“Lo Yoga della Devozione.”