Tu che hai coraggio, non rimanere inerte a osservar lo scempio di questi quattro parassiti che ti hanno relegato al ruolo di banale consumatore, a una mera e ridicola statistica, a un numero, senz’arte, senz’anima, senza più un briciolo d’emerita coscienza.
Uno, una, che in effetti non decide mai. Un burattino teleguidato, disinformato, così inquadrato che s’illude di sapere, di valere… ma solo per sopravvivere. Reagisci, d’ora innanzi premia sempre l’amore, ma per il nuovo, di chi comprende, di chi non mente, di chi rifiuta il miserabile ipocrita che dall’alto del suo ignobile scanno è arroccato dietro i suoi finti ideali enunciati col pathos di colui che adora, ma soprattutto se stesso, predica a vanvera senza curarsi degli umili. Senza curarsi di chi annaspa, di chi stenta, di chi pretende solo il giusto, un umile, quanto mai provvidenziale, semplice straccio di lavoro…