Concentrati sul respiro, contempla la tua essenza, persevera oggi, reitera domani, sennonché la rana zen diede di matta. E pensare che tutti noi, confratelli o consorelle che fossimo, l’avevamo avvertita.
“Amica, tu che sei così dolce”, le sussurravano col loro dire esoterico finanche i gatti del Tempio della Meditazione, “non tergiversare su questo e su quello, ma trova il ripiego, un punto d’incontro, e poi convergi nello specifico, ma solo lì, e in silenzio”.
Al contrario, la rana, non sentiva ragioni, dibatteva e controbatteva come non mai. Come fosse il suo ultimo giorno di vita. E tutto ciò la faceva star male. Senza che se ne rendesse conto peggiorava via via di continuo. Va bene, direte, ma insomma, per essere un tantino più esatti, quali erano i suoi sintomi? Beh, giudicate voi. La rana zen si sistemava alla meno peggio sul di un podio improvvisato e da lì declamava ogni sorta di assurde, malevoli, decisamente dissennate, affermazioni:
1°) I senzienti – cosidetti umani – residenti tuttora su questo pianetino sono in realtà delle banali, quanto pericolose scimmie umanoidi il cui unico pregio è aver sviluppato un micidiale meta-linguaggio analitico dimenticando le loro autentiche prerogative di comunicazione sintetica, globale, empatica, immediata.
2°) Il caos che codeste pseudo-scimmie hanno avuto la sfrontatezza di creare e diffondere su larga scala non è che una meschina proiezione dei loro istinti primordiali più infimi. E’ proprio ciò che alberga nei loro cuori e di cui non sono mai, perlomeno finora, riuscite a disfarsi.
3°) Come se non bastasse, molti di questi esseri godono – sebbene lo dissimulino atteggiandosi a umili benefattori – nell’infliggere sofferenze.
4°) Nonostante l’essere senziente auto-definitosi umano predichi la consapevolezza dell’impermanenza che, di fatto, conduce alla compassione, così come all’amore per il prossimo, questo essere veleggia sempre in superficie. Il mar coscienza gli è, in realtà, del tutto alieno.
5°) e solo per il momento, ultimo. Nonostante l’essere senziente di classe proto-umanoide di cui stiamo argomentando sia stato progettato dal proprio deus ex machina interspecie per evolversi, si è arenato rifiutando decisamente di svilupparsi. Eppure le prerogative strategiche – quali ad esempio l’extra-connessione super-neurale di matrice eterica, definita volgarmente “terzo occhio” – non gli mancherebbero affatto. Senza contare della straordinaria possibilità di attingere alla risorsa inter-dimensionale di natura precosciente indicata, banalmente, come “prana”.
Così disse l’Osservatore. Cotanto riportò lo scrivente.