– “Maestro”, esordì la rana zen, “come sarà il mondo del futuro, saranno tutti dediti alla meditazione?”
– “Si figliola”, le rispose senza pensarci un attimo il venerabile, “credo che ciascuno riuscirà a stare con se stesso come con gli altri, ma fermo, inattivo, senza immaginare, quindi senza proiettare alcunché per un congruo lasso quotidiano.”
– “Fantastico maestro, e la postura?”, l’incalzò la rana. A questo punto il dialogo divenne ancora più serrato.
– “La postura è innanzitutto mentale”.
– “Certo maestro, ma credevo che perseguissimo l’avvento della non-mente”.
– “Nient’affatto ranocchia, almeno per un po’ metti da parte i libri. Noi ci predisponiamo a entrare in sintonia con la super-coscienza che, ovviamente, c’è già.”
– “Maestro, ci saranno dei templi?”
– “Si, ma dedicati al silenzio, alla calma, alla quiete.”
– “Maestro, e il rapporto con le vecchie religioni?”
– “Ciò che chiami vecchie religioni scaturirono, inizialmente, da personaggi davvero illuminati, ma le dottrine che i loro seguaci – soggetti fondamentalmente inconsapevoli – ne dedussero furono perlopiù banali e perniciose interpretazioni.”
– “E’ come temevo. Quale sarà il vero scopo della meditazione nel futuro?”
– “Cogliere l’unità! Realizzare la consapevolezza implicita. Aiutare chiunque a sviluppare le proprie più intrinseche potenzialità.”
– “E quali strategie adotterà, maestro?”
– “Girati.”
La rana si girò ossequiosa nella direzione appena appena indicata e … nulla, non c’era nulla. Cercò il maestro, ma pure lui sembrava sparito, dissolto. Allora aprì gli occhi … stava sognando? No, nemmeno quello. Stava …