Esiste un momento in cui ogni ricerca di significato si rivela vana, in cui le domande si perdono nel vuoto senza trovare risposta. È proprio in questo spazio sospeso sul nulla che la meditazione diventa preziosa, insegnandoci a sostare nell’incertezza senza pretendere di riempirla con qualsivoglia spiegazioni. Quel “vago sentore” d’inadeguatezza, quella sensazione di muoversi a fatica tra strati di pensieri incoerenti, non sono segni di fallimento, ma richiami a una dimensione esistenziale alternativa quanto fondamentale. La pratica contemplativa non offre soluzioni pronte, non predice il futuro né riorganizza il passato: ci invita semmai a riconoscere la fragile bellezza del presente, proprio come quel cuore affranto che, invece di camuffarsi tra le cicatrici, prova a lottare nonostante tutto. Tuttavia il vero valore non sta nella conquista, ma nel coraggio di abbandonare la danza frenetica della mente per ritrovarsi, infine, nella quiete che digià ivi dimora.
Vago Valore
Un vago sentore,
sarà la nostra mancanza di valore.
L’ impiego di comune sensibilità.
Una vicenda lontana percorre strati incoerenti.
Colto col primitivo
il danno della lentezza
spegne una mezza speranza.
E non è la danza allegria,
non la liberatrice,
ma una dannata immissione inibente.
Quasi come una scienza
che volesse predire il futuro
che cercasse l’ignoto
che istruisse, col moto tradizionale, occasioni diverse.
Così come un cuore affranto cerca la cicatrice
ribatte colpo su colpo
sospinge la certezza o la trattiene
ritiene l’anomalo livore di gente incompiuta.
Noi siamo la vita.
Epilogo
Alla fin fine, non si tratta di raggiungere una meta definitiva, ma di accogliere ogni istante come un atto di presenza. Meditare significa lasciare che l’esistenza defluisca senza ostacoli, riconoscendo che ogni momento è sia un punto di arrivo che di partenza. L’importante non è di ritoccare ciò che siamo, ma di osservare, con occhi nuovi, ciò che c’è già. E in quel silenzio così ritrovato, ecco che emerge una verità tanto antica quanto sorprendente: siamo parte di qualcosa di più vasto, non per appartenenza, ma per natura.