Una meditazione davvero esemplare: afferra metaforicamente l’attimo, l’istante. L’insieme delle circostanze che via via potrebbero verificarsi collassa in un battibaleno. Al momento sei cosciente di tutto ciò che ti circonda, che si succede o si alterna … e l’osservi.
Tuttavia, per quanto tu possa essere animato da nobili e ammirevoli propositi, hai la netta sensazione di esserti coinvolto in una situazione senza via d’uscita, senza sbocchi né, tantomeno, alternative immediate. Oddio, che non abbia esagerato nel nutrire aspettative in buona parte infondate? Oppure, che non mi sia oltremodo illuso sull’ennesima fantasiosa opportunità? Già, se dipingessimo siffatta via tutta in rosa, forse non riusciremmo a sopravvivere nemmeno a noi stessi. Ancora un attimo. Cos’è che anelavo? La fantomatica felicità che discende da questo ennesimo miraggio detto meditazione? Ebbene, mi sa che te lo sei meritato. Intanto contempla questa incredibile pletora di dubbi. Meditazione è la risposta alla domanda: chi sono io? Un sentiero tutt’altro che evanescente.
Tre passi per essere felici
Il primo passo
per essere felici
è essere autentici.
Il secondo passo
per essere felici
è allontanarsi subito
dai soggetti troppo coinvolti,
pressoché esagitati, autoreferenziali …
quindi da tutti coloro
che invece d’infonderti calma
ti trasmettono tensione.
Il terzo e ultimo passo
per essere felici
è scoprire chi sei!
Per cui chiudi gli occhi
e investiga ad oltranza:
chi sono io?
Contempla la “tua” essenza
e attendi che si riveli da sé:
chi sono io?
Da rammentare sempre – a tal proposito – le parole di Osho. «La domanda: “Chi sono io?” non ha risposta. La mente dirà: “Sei l’essenza della vita. Sei l’anima eterna. Sei il divino”, e così via. Tutte queste risposte vanno respinte: neti neti – questo è ciò che devi dire: “Né questo né quello”. Quando hai rifiutato tutte le possibili risposte che la mente può fornirti e che riesce a escogitare, quando la domanda rimane senza alcuna risposta, avviene un miracolo: all’improvviso scompare anche la domanda. Quando tutte le risposte sono state rifiutate, la domanda non ha più sostegni su cui reggersi; crolla, si abbatte, scompare.
Quando anche la domanda scompare, allora ne diventi consapevole. Ma quel sapere non è una risposta, è un’esperienza esistenziale. (Da: Osho, Ah this! – in italiano “Il sussurro della sorgente interiore: Commenti ad aneddoti dello zen“)»