Queste poesie sono le trascrizioni casuali di una serie d’intuizioni estemporanee, fortuite, occasionali. Medito un po’, poi mi soffermo su un determinato argomento. Oggi prendo spunto dalla fantascienza: per quanto si tenti di negarlo, il nostro inconscio nutre un sogno così tenace da stupire persino l’immaginazione più fertile: la continuità, la persistenza, la permanenza, l’intramontabilità, la perpetuità, … è sufficiente. Quindi metto da parte i sentimenti e lascio che la penna incida il pensiero, consapevole che solo quando questo stesso pensiero si esaurirà riuscirò a intravederne l’origine, l’anelito indistinto da cui emerge, prende forma, per ricadere infine nell’informale, eterno gioco della vita.
Perenne
Io provengo dal futuro.
Sono una retroillusione.
Realizzo una mancanza del passato.
L’alternanza passiva dei ricicli.
La trans-preferenziale, vece ambiguo senso.
Il mio nome è Perenne.
Sovrintendo facezie, tirannie, ignominie.
Sono io che ho raccolto … pochi lapsus,
lambendo una soglia ho trasferito.
Ora così
e sempre quando tornerò
avrete da ridire.
Ma non scorderò mai colei o colui,
con un accenno ha aggiunto una pietra
al tempio dell’incredibile.