La meditazione è il percorso invisibile che conduce dallo stato di coscienza separativo a quello unitario, lo stato di coscienza puro o primordiale che è possibile chiamare consapevolezza.
Quando si parla di meditazione senti spesso dire: lascia cadere i pensieri, se ti assillano osservali senza intervenire, se ti travolgono rimani impassibile, non giudicarli, non … A volte sento pure altri suggerimenti del tipo: siedi e concentrati sulla postura; tenta di raggiungere una certa stabilità, quindi non focalizzarti su nulla, fissa il bianco muro con sguardo indistinto, ossia che recepisce, ma non vede. Sarà (senz’altro utile)! Non ne dubito, perché dipende dai casi, dai momenti, dal tipo di disciplina prescelta o verso cui ci si sente ispirati, ma io mi spiego la meditazione in un altro modo.
La meditazione è un connubio perfetto tra pensiero intenzionale e sentimento. In quanto al pensiero non c’è molto da aggiungere. Focalizzi, ad esempio, un determinato soggetto, ma se non avverti, altresì, un sussulto di trasporto emotivo, se non lo ami, non riuscirai mai a concepirlo appieno, o a fonderti nell’azione (del trasporto), ad essere totale. Quindi la chiave di questo tipo di meditazione – che per taluni potrebbe dimostrarsi risolutiva se non funzionale – è, lo ripeto: pensiero intenzionale più sentimento.