L’amore è uno stato di coscienza e non – come si tende erroneamente a credere – un sentimento nutrito o rivolto a un soggetto specifico. L’amore non dipende, quindi, dalle circostanze. Il vero amore non è volubile. L’amore è soprattutto consapevolezza dell’unità intrinseca degli esseri e delle cose.
C’è l’amore spontaneo, ma anche quello che si apprende. Quest’ultimo è direttamente proporzionale alla capacità di sentirsi uno con tutti, ossia di vedere l’Uno in ciascuno. Quindi l’amore è funzione della consapevolezza che – quanto più spesso – si raggiunge anche con l’ausilio del processo introspettivo e della meditazione.
La vita – di per sé – non è – necessariamente – amore. La vita è quel che le dipingi addosso. Tutto ciò che dipende da qualcosa o da qualcuno non è amore. Non illuderti che l’amore piova a ogni piè sospinto e che chiunque incontri sia capace di donartelo. L’amore non è nella natura degli oggetti e, soprattutto, non confonderlo con il sentimentalismo.
Cos’è l’amore? L’amore è sincronia tra ciò che senti nelle profondità più sublimi e incontaminate del tuo essere, quel che fai e quanto credi. Amore è assenza totale di qualunque aspettativa. Idem per la meditazione. Tant’è che a volte, con un lampo di genio, ho sentito affermare: amore e consapevolezza sono in realtà sinonimi; la meditazione – che a sua volta scaturisce sempre e solo dalla consapevolezza – è amore.