Alcune citazioni di autori famosi che hanno riflettuto sul significato e sul valore del camminare, del viaggiare e del nomadismo. Questa breve raccolta, il cui tema di fondo è, come sempre, quello della meditazione, propone al lettore una visione alternativa della vita, basata sulla scoperta, sull’avventura e sull’armonia con la natura e con se stessi. Le citazioni sono tratte da opere letterarie, filosofiche e antropologiche di Gary Snyder, Soren Kierkegaard, Bruce Chatwin e altri. Camminare consapevolmente, cioè prestando attenzione al proprio incedere, al susseguirsi affatto monotono dei passi che scandiscono il proprio tempo psicologico, è già, di per sé, un’ottima meditazione. Ma se avvertite il bisogno di qualche ulteriore stimolo di supporto leggete quanto segue.
“Camminare è la grande avventura, la prima meditazione: è un addestramento del cuore e dell’anima per l’umanità. Camminando nella natura, notiamo dove è possibile trovare cibo… e molte storie insegnano che il tuo culo può regalare il pranzo a qualcun altro. Modo espressivo per sottolineare l’interdipendenza, l’interconnessione… Questa educazione impartisce uno straordinario insegnamento su animali e piante, sui loro usi senza mai ridurli a oggetti e beni di consumo”. (Gary Snyder – Nel Mondo Selvaggio)
“Soprattutto non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata… stando fermi si arriva a sentirsi malati. Perciò basta continuare a camminare e andrà tutto bene”. (Soren Kierkegaard – Lettere a Jette)
“Psichiatri, politici e tiranni continuano ad assicurarci che la vita nomade è un comportamento anormale, una nevrosi, una forma di desiderio sessuale inappagato. Una malattia che per il bene della civiltà deve essere debellata… Gli orientali però mantengono vivo un concetto… che la vita errabonda ristabilisce l’armonia originaria che esisteva una volta fra l’uomo e l’universo.” (Bruce Chatwin – Le Vie dei Canti)
“I primi viaggiatori riferirono che gli aborigeni non collegavano il rapporto sessuale al concepimento… naturalmente questa era un’assurdità. Un uomo sapeva benissimo chi era suo padre ma esisteva una paternità parallela che legava la sua anima a un punto particolare del paesaggio. Si credeva che ogni Antenato mentre percorreva il paese cantando lasciasse dietro le proprie orme una scia di “cellule di vita”. Una specie di sperma musicale…” (Bruce Chatwin – Le Vie dei Canti)
“Noi viandanti siamo tutti così. La nostra smania di vagabondaggio e di vita errabonda è in gran parte amore, erotismo… Quell’amore che apparterrebbe alla donna noi lo dissipiamo profondendolo al villaggio, alla montagna, al lago, alla voragine, ai bimbi sul sentiero. Noi liberiamo l’amore dall’oggetto. L’amore da solo ci è sufficiente. Così come nel nostro vagare non cerchiamo la meta, ma solo il godimento del vagabondaggio per sé stesso. Per l’essere in cammino”. (Hermann Hesse – Vagabondaggio)
“Solitario viandante, io non distinguo più tra gli impulsi della mia interiorità e il concerto della vegetazione che con miriadi di voci mi circonda all’esterno…Per l’attimo di un respiro avverto, profonda come non mai, la caducità della mia forma e mi sento trasportato al di là nella metamorfosi: nella pietra, nella terra, nell’arbusto di lampone, nelle radici dell’albero. La mia bramosia s’aggrappa ai segni del transeunte: a terra, acqua, fogliame avvizzito. Domani, dopodomani, presto io sono te: sono terra, fogliame e radici.” (Hermann Hesse – La Natura ci parla)
“Il fiorire della vita umana e non umana sulla Terra ha un valore intrinseco. Il valore delle forme di vita non umana è indipendente dall’utilità che queste possono avere per i limitati scopi umani. La ricchezza e la diversità delle forme di vita sono valori in sé e contribuiscono alla prosperità della vita umana e non umana sulla Terra. Gli esseri umani non hanno il diritto di ridurre questa ricchezza e questa diversità se non per soddisfare bisogni vitali. L’attuale interferenza umana nel mondo non umano è eccessiva e la situazione sta peggiorando rapidamente. Il fiorire della vita umana e delle diverse culture è compatibile con una diminuzione della popolazione umana. L’esistenza stessa delle forme di vita non umane esige tale diminuzione”. (Arne Naess – Ecosofia: piattaforma del movimento dell’ecologia profonda)
(Da: Enciclopedia Olistica – Opera Interdisciplinare diretta da: Nitamo Federico Montecucco, Enrico Cheli)