Questi rapidi appunti – pur nella loro fuggevole formulazione – illustrano – in guisa sicuramente efficace – gli aspetti più salienti della meditazione secondo la cabala. Tutto ciò a cui aspiriamo – in primis – è la conoscenza della Sorgente che – in ogni modo – è il centro stesso – la scaturigine primeva – di ogni percezione, quindi di ciascun gesto, di ogni comportamento. Siffatta pratica non si discosta – dunque – dalle nostre conoscenze pregresse in merito al meditare, alle sue implicazioni concrete o ai suoi fondamenti teorici. Quanto segue illustra i prolegomeni di questa lodevole via spirituale, una discreta sintesi propedeutica per coloro che intendono avventurarsi sul cammino del peculiare rinnovamento.
«La meditazione cabalistica ci guida verso l’unione degli opposti, la voce e il silenzio.
La meditazione è un’attività della consapevolezza volta a ricercare il centro stesso dell’essere umano, il punto più profondo e interiore. Questo punto, pur essendo di per sé in una condizione di pace e silenzio, di tranquillità e completezza, è oltre l’origine di ogni moto dell’animo, è la sorgente di ogni parola ed azione. È qui che le parti componenti i vari livelli dell’anima si uniscono, e che la luce della consapevolezza può salire e scendere lungo la scala dell’esistenza. È qui che l’anima umana conserva il seme del segreto della sua immagine e somiglianza con Dio, dove essa è letteralmente “incollata” all’anima divina, tramite un invisibile cordone ombelicale.
Il centro in questione è il “motore immobile dell’anima, l’Ente che genera il movimento pur rimanendo al di là di esso, l’asse intorno a cui girano tutti i pensieri e le emozioni umane. È un luogo di silenzio e di tranquillità, dove parole e concetti cessano di avere l’importanza tirannica che hanno nel quotidiano. La Cabala trasmette molti efficaci insegnamenti su come praticare la meditazione, sul come arrivare ai vertici dei benefici che essa può dare.
I suoni che guidano questa ascesa sono principalmente I più importanti Nomi di Dio rivelati dalla Bibbia. Le forme sulle quali contemplare sono quelle delle lettere ebraiche.
(A proposito delle) … fonti bibliche, come quella contenuta nella storia del profeta Elia (1 Re 19,13), che dopo essersi inoltrato per quaranta giorni nel deserto, ebbe un’importantissima rivelazione di Dio. Da principio Elia vide un vento fortissimo, tale da sgretolare le montagne e spezzare le pietre, ma “Dio non era nel vento”. In seguito Elia udì un rumore tremendo, ma Dio non era in esso, e a ciò seguì un fuoco che bruciava, ma anche in quest’altro portento Dio non si era manifestato. Infine Elia percepì una: “voce silenziosa e sottile” e in essa c’era il messaggio che Dio voleva far giungere al profeta.
La meditazione cabalistica ci guida verso l’unione degli opposti, la voce e il silenzio.
Un altro importante insegnamento si trova nel Libro della Formazione:
“Trattieni la bocca dal parlare e il cuore dal riflettere, e se la bocca si precipita a parlare e il cuore a riflettere, torna allo stato descritto dal verso: E le creature correvano e ritornavano” (Ez. 1,14)»