Il messaggio che ho appena ricevuto.
«Caro amico, – virtuale sì, ma più vitale che mai – sono anni che leggo ciò che di tanto in tanto scrivi, sulla meditazione, sullo yoga, nonché sui risvolti compassionevoli che un siffatto approccio spirituale dovrebbe suscitare in termini sociali. Credo che, forse senza volerlo, tu mi abbia fatto riavvicinare alla mia prima religione, il Cristianesimo. Proprio tu che, spesso e volentieri, adoperi una terminologia di matrice buddista, mi hai aperto gli occhi sulle implicazioni più profonde delle realizzazioni interiori insegnate da colui che fu detto il Nazareno.
Purtroppo, ora, mi trovo dinanzi un dilemma. I punti fermi della mia vita sono improvvisamente svaniti. Le cime che supponevo d’aver raggiunto, repentinamente sfaldate. Alla bell’età di 50 anni circa ho perso un buon lavoro nel settore privato senza trovarne più uno nemmeno lontanamente confacente alle mie attuali possibilità fisiche. Mia moglie, che ha dovuto accettare un impiego in una sede molto lontana si è gradualmente estraniata e non ho voglia di chiederle il motivo. Lo intuisco, c’è la vie! Quindi non gliene faccio nemmeno una colpa. Ora come ora so solo che devo comunque riprendermi.
Malgrado la mia “lieve” cardiopatia, per la quale non percepisco giustamente nulla, sarò costretto ad accettare un impiego che richiede un certo impegno fisico. Non so, quindi, per quanto reggerò. Temo, per l’esattezza, che col tempo dovrò rinunciarvi. Vedi, non ti ho parlato della mia umiliazione. I problemi pratici sono così tanti che non la considero affatto. Ciò nondimeno, consentimi di sfogarmi un attimo. E’ più per me stesso che per gli altri verso cui nutro oramai ben poca fiducia. Ebbene, coloro che detengono posti di potere, sia politico che burocratico o religioso e percepiscono lauti e sproporzionati emolumenti, rendite o quant’altro, infischiandosene di fatto della gente comune, dei cittadini, non sono in realtà esseri umani, bensì demoni, magari in senso morale, ma pur sempre soggetti che disprezzano spudoratamente il loro “prossimo”.
Ma ora, per nostra grande fortuna, credo che la situazione sia radicalmente mutata. L’epopea dell’insulsa fiction pseudo-democratica è finita. L’era della carità pelosa che etichettava le persone più lige, oneste e laboriose come “poveri” da sostenere è terminata. Sono certo che la premiata ditta San Grillo & Cinque Stelle, quindi il premier Conte e, ovviamente, lo straordinario e umanissimo Di Maio riporteranno un po’ d’equilibrio. Se non fosse per loro che – non ho dubbi – faranno comunque il possibile per risollevare le sorti complessive di questa bizzarra società, mi sarei sentito escluso per sempre.
Ora ti lascio. Sta’ tranquillo, non mi do per spacciato e non sono depresso. Fammi un regalo, pubblicami questa missiva. Se necessario apporta gli opportuni ritocchi.
“Anonimo”»