Dhammapada – IX – 127 – In nessun luogo al mondo, né in cielo, né in fondo al mare, né nelle più remote gole montane, puoi sottrarti alle conseguenze del male che hai fatto.
Forse la notte é divenuta più buia di quanto ci saremmo mai attesi. Tra le ombre proiettate dagli antichi simulacri del potere formale, sull’acciottolato translucido della via maestra che conduce dalla follia alla pietà e dall’odio alla compassione, ecco, d’improvviso, degli esseri oscuri, inconsapevoli e concupiscenti.
Individui falsi e ipocriti, dispensatori di dolore e sofferenza, autori di stragi ed efferati delitti, feroci assassini, uccisori di bambini inermi, innocenti e speranzosi. Ma chi sono tali loschi individui?
Siffatti lugubri esseri sono démoni. Naturalmente non nel senso d’ipotetiche entità spirituali malefiche. Bensì in quanto persone reali che per il proprio smisurato egoismo hanno scelto liberamente di sacrificare sull’altare della menzogna quanto di più puro e bello esista ancora sullo splendido pianeta, nostra attuale e abituale dimora.
Procedendo lungo l’antico percorso, inevitabilmente angustiati da sensazioni ibride di paura, tristezza, mestizia e disgusto, ci chiediamo come mai possa accadere che la storia sia così oltraggiata e vilipesa.
Ebbene, chi sono tali esseri malefici la cui aura emana fiamme rossastre emergenti da innumerevoli vortici oscuri? Essi sono i produttori e i mercanti di armi e di morte. I falsi leader. E tra i soggetti più contraddittori, molteplici espressioni poliedriche del fanatismo religioso. Sono, inoltre, quei politici corrotti che rappresentano solo se stessi e poche altre persone estremamente ambiziose, avide, cupide. Le loro mire dissolute consistono nell’annientamento fisico degli oppositori, nella disgregazione delle loro famiglie, nell’umiliazione di popoli interi. Taluni potremmo anche chiamarli per nome, ma sarebbe inconcludente.
Gli spregevoli esseri di cui stiamo dicendo sono perfettamente adusi ad attribuire ai loro nemici, che definiscono con infima disinvoltura come terroristi, le proprie nefandezze e responsabilità personali. In realtà si tratta di pochi, pochissimi furfanti. Piccoli manipoli d’inveterati manigoldi. Tra questi alcuni sono stati eletti democraticamente tradendo i principi di giustizia del loro mandato e manipolando con arte l’opinione pubblica.
E ora, un’interpretazione del fenomeno piuttosto paradossale, ma realistica, in merito all’olocausto mediorientale. I fautori della persecuzione militare del popolo palestinese hanno commesso un triplice misfatto. Primo, hanno causato le reazioni inconsulte degli elementi palestinesi più oltranzisti. Secondo, hanno suggestionato lo stesso popolo israeliano inducendolo a credere di essere in pericolo; con la conseguenza di trascinarlo a colonizzare, ghettizzare, segregare e asservire, militarmente e civilmente, le classi palestinesi, nei cui confronti hanno pure commesso atroci crimini umanitari e di guerra. Terzo, hanno ridotto l’amatissima “gens ebraica” ad essere odiata e disprezzata per il proprio comportamento violento.
A questo punto cerchiamo di essere pratici. La soluzione più celere alle emergenze sociali, testè descritte, consiste nell’isolamento, attuato mediante gli strumenti idonei della democrazia, degli elementi sovversivi, chiaramente delittuosi e palesemente più pericolosi. Sembra impossibile? L’amore e la giustizia universali sono solo teorie?
E’ imprescindibile sollecitare tutti i popoli divenuti inconsapevoli a reagire, in primis, sulle proprie cause interne. In modo da sostituire, civilmente, i governanti “demoni” con interlocutori umani e attendibili. Interlocutori il cui scopo primario ed essenziale sia quello di “condividere” e non di espandersi, conquistare, soggiogare, dominare.
Per concludere: quale è stato il ruolo delle sette religiose organizzate tradizionali direttamente coinvolte nel marasma mediorientale? Ancora una volta lo stesso. In realtà hanno lavorato, nel tempo, per dividere culturalmente le etnie, impedendo la nascita di una società omogenea, unita e solidale. Nessuno di quei presunti religiosi ha mai dimostrato, con l’esempio, la banale eguaglianza tra tutti i residenti. Al contrario, per non rinunciare al tremendo potere psicologico esercitato sulle masse, si sono trincerati dietro i loro vuoti ritualismi magici ed esoterici, celebrati per camuffare l’assenza di esperienze spirituali autentiche. Alcuni hanno continuato imperterriti a considerarsi come rappresentanti di popoli eletti … Altri hanno esercitato, piuttosto bene, l’assistenza sociale volontaria. Nel complesso, custodendo e preservando le pseudoidentità religiose, hanno inasprito le differenze socioculturali limitando l’integrazione sociale tra le etnie contendenti. Se quei presunti saggi avessero edificato templi solenni dedicati simultaneamente a tutte le religioni avrebbero compiuto un’opera certamente meno devastatrice.
Senza equità sociale sarà impossibile sperare, in medioriente come altrove, che l’inquietudine e lo scompiglio non degenerino ulteriormente. E questo perché, ironia della globalizzazione, gli individui sono divenuti, complessivamente, più consapevoli dei loro diritti e reagiranno viepiù senza timore ai soprusi e ai tentativi di disgregazione culturale, politica, economica e geografica miranti al controllo e sfruttamento delle aree più ricche a discapito di quelle meno sviluppate. In linea di massima, esistono dei limiti di prevaricazione al di là dei quali il terrorismo assume le connotazioni di patriottismo eroico.
Tutte le forme di violenza sono, in realtà, terrorismo. Distinguere è un atteggiamento ipocrita che mira a confondere. Tutte le guerre sono terrorismo. A meno che, naturalmente, non ci si debba difendere. Ma, da chi ci si dovrebbe tutelare? Innanzitutto da se stessi. Donde provengono effettivamente i pericoli? Dalla propria ambiguità e violenza interiore. Solo la compassione, conseguita con la percezione della nostra natura incondizionata, può aiutarci a superare qualunque genere di violenza o terrorismo.
L’articolo risale al 2003. Grazie per la cortese attenzione.