Uno degli errori più comuni, in ambito spirituale, è credere che sia possibile crescere in saggezza, prevalere in purezza, così come acquisire meriti e così via. D’altra parte non è neanche vero che chi si fa più umile, ossia più piccolo, sia destinato a spiccare sulla mediocrità morale, se non svettare nell’Olimpo della bontà. Tanto meno acquisirà il diritto di risiedere in un qualche futuribile Eden. I fraintendimenti, in tal senso, furono davvero numerosi. Ci fu finanche chi si assunse la briga di creare dottrine religiose sulle proprie mere e contingenti interpretazioni. Dottrine da cui sorsero, quindi, sistemi di credenze organizzate… e così via. In realtà per uscire dai meandri del dolore, della sofferenza sociale, come spirituale, esiste una sola via…
La sola crescita possibile
La vera vita è non-senso.
Chi predica la crescita
– sia spirituale che economica –
ad oltranza, come peraltro la decrescita
– che in teoria andrebbero di pari passo all’umiltà –
è un illuso, un pappagallo ebete, sognante, che non sa nulla di nulla.
Ha frainteso ciò che ha letto,
o creduto di capire, di pensare, di supporre, per sperare.
Ciò non significa, tuttavia,
che sia meglio starsene con le mani in mano.
La sola crescita possibile, auspicabile, ammissibile
è quella della reciprocità.
Sì, ma la reciprocità è possibile se, ognuno di noi, impara a svuotare il proprio ego e a vivere il vuoto generatore di luce e accoglienza dell’altro. E questo è il primo passo verso la Spiritualità che ci avvicina al Centro, ossia alla grazia di Dio. Buongiorno, caro amico. Tvtb.