Riporto il messaggio di un visitatore interessato alla meditazione. E’ solo uno dei possibili punti di vista, ma degno comunque della massima attenzione.
«Medito da anni, ma tergiverso da sempre. La mia prospettiva è tangenziale. Affronto qualsiasi problema di striscio. Senza esaminarlo apertamente. Evito di fronteggiarlo. Tempo fa credevo si trattasse solo dell’inveterata abitudine a posticipare. Supponevo fosse paura, dell’ignoto, di dover abbandonare il conosciuto per inoltrarmi in non so bene quale avventura spirituale. Ma ora mi rendo conto che, indipendentemente dalle motivazioni che determinavano, presumibilmente, il mio comportamento, la mia era, soprattutto, una carenza cronica di disciplina.
E’ difficile da ammetterlo, credetemi. Ovviamente disciplina non significa sempre e comunque sforzo. I fattori sono numerosi. Mi toccherà analizzarli e sintetizzarli via via. Tutto ciò di cui blatero l’ho sperimentato in anticipo. Non è mia abitudine supporre e poi trascrivere. Taluni, tra i lettori più smaliziati, penseranno che mi stia riavvicinando agli insegnamenti dello yoga più autentico. Può darsi, ho iniziato proprio da lì. Ma dopo aver girato e rigirato in tondo per anni la sensazione è molto diversa. Sopraggiunge il momento in cui lo spirito della disciplina si dimostra pressoché indispensabile. Proseguire ulteriormente a tentoni sarebbe inutile.» …