Gesù disse, “Se i vostri capi vi diranno, ‘Vedete, il Regno è nei cieli’, allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, ‘È nei mari’, allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa. (Vangelo apocrifo di Tommaso)
Cominciamo in modo diretto senza tergiversare, né tantomeno anteporre preamboli. Il regno dei cieli non è un luogo specifico, ma uno stato d’animo. Non sto negando l’esistenza o meno di una vita ultraterrena. Tutto ciò che si potrebbe affermare o sostenere in merito sarebbero soltanto ipotesi. Mi limito a interpretare il detto, l’adagio introduttivo. Ovunque vi volgiate, quantunque vi sforziate a immaginare o supporre, se non a credere, sarete sempre qui, nel luogo stesso e nel momento esatto del nostro pur rocambolesco pensiero. Tanto vale ritornare per un attimo indietro, sulla nuda terra e contemplare la propria incommensurabile e preziosa coscienza col cipiglio e il distacco di chi osserva lo svolgersi delle stagioni, il dipanarsi delle maglie del tempo, col rispetto di chi ama ciò che vede e poi vive.
Il regno dei cieli è l’istanza senza tempo che si realizza nell’avviluppo di una mente senza pensieri, di un orizzonte senza nubi. Ebbene, la meditazione si approssima. Tu siedi, taci e realizzi il cinguettio degli uccelli, l’avvicendarsi delle auto sul nastro d’asfalto prospiciente, il flusso e riflusso spontaneo, ma viepiù calmo e profondo del respiro. Il tuo amore si evolve gradualmente. La luce diventa soffusa, pressoché carezzevole, suadente. Sullo sfondo c’è il mare. A ridosso del culmine impera il tuo ego. Sennonché, ora come ora, non v’è nulla che possa aiutarti. Il regno, il cielo, l’istante, gli uccelli, il rollio sull’asfalto, quell’acqua, sono solo idee.
Abbandona ogni idea e ti accadrà d’incontrar senza meno te stesso: colui che c’era già, ma non vedevi perché era offuscato da diecimila ridondanti formazioni mentali. Allorquando vi conoscerete, ossia riscoprirete il vostro vero volto – l’istanza di coscienza originale, primeva –, realizzerete ciò che in effetti c’è già, l’unità essenziale di corpo, mente e quel che presumete sia lo spirito; vi ritroverete in presenza di ciò che fu detto “l’unico Dio vivente”. Sicché la meditazione diverrà così parte integrante della vostra vita da trasformarsi in un semplice e quanto mai umile modo di essere.