Qualche rapido spunto per riconciliarsi con se stessi. Sempreché si sia capaci di riconoscere nella propria – eventuale – insoddisfazione l’indizio che esiste ancora qualcosa di molto più profondo delle mere apparenze. Ti senti inadeguato, non sai cosa scegliere, come comportarti, pensi che la meditazione sia una panacea universale adatta a risolvere qualunque problema …? Fuggi subito via! Qui non ci caverai un ragno dal buco, potresti persino confonderti! Ma se non hai pretese e credi che la spiritualità non sia un modo per rapportarsi alla vita, bensì la vita stessa, … Queste “asserzioni sulla meditazione” sono a disposizione di chiunque voglia riprodurle singolarmente: sarà sufficiente indicarne la provenienza, www.meditare.it.
Non v’è nulla che si possa fare per cambiare in senso spirituale, se non predisporsi affinché siffatti cambiamenti possano avvenire. E la meditazione ci rende, semplicemente, più propensi.
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Non c’è bisogno di attendere chissà quale futuribile evento per diventare ciò che di fatto sei già. Non è necessario prefigurarsi in anticipo chissà quale mirabolante percorso di vita per trasformarti, alla fin fine, in te stesso. Non serve attendere. Inizia adesso. Sei nato per fare la differenza. Sei quanto di più unico e irripetibile possa venir mai concepito. Comincia con l’amare te stesso e il mondo ti apparirà ben presto nella sua vera, incommensurabile luce. Mentre prima cercavi il bene, ora sarà il bene a cercarti. Non hai bisogno di approvazioni per andare avanti. Nessuno ti possiede. Inizia ora e le catene invisibili che ti tenevano giù mentalmente e fisicamente si dissolveranno …
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Anche la meditazione è una sosta e di tanto in tanto sarebbe proprio utile, se non indispensabile, fermarsi, ossia concedersi il tempo di ritrovare se stessi per non perdersi tra gli intricatissimi meandri della dimenticanza.
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L’attesa non implica necessariamente rinuncia. Dare tempo al tempo non significa che si debba pazientare o temporeggiare sempre e comunque in attesa che un presunto fato benigno riveli le sue vere intenzioni. La natura del tempo è relativa. Un conto è attendere che una determinata situazione maturi, ben altro la trascuratezza del lassismo che si può fronteggiare solo con la volontà costante esercitata – stavolta si – gradualmente, quindi nel tempo.
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Non so se l’umanità sia pronta davvero ad accogliere, ad esempio, una consapevolezza di ordine superiore, ma penso che ciascun individuo, indipendentemente dalle credenze pregresse, debba esercitare una strenua volontà per aprirsi alla compassione.
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Com’è possibile realizzare una mente chiara, limpida, pura, ma soprattutto calma, quieta, senza increspature, una mente che si adatti alle circostanze spontaneamente, una mente consapevole di se stessa? Mediante la disciplina della meditazione. Quando la mente diviene consapevole, silenziosa e quindi pura riflette all’istante la sua natura più intima.
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Uno dei malintesi più ricorrenti tra coloro che meditano è credere che la natura sia qualcosa di avulso dalla propria coscienza. L’esplorazione del proprio sé più intimo, del sostrato interiore, non può prescindere dalla contemplazione silente delle forme tangibili. Credere di essere interdipendenti, pensare che la vita sia essenzialmente unità, intuire che non siamo aride isole separate, ma elementi attivi di un contesto complessivo, da una parte, e constatarlo concretamente, tangibilmente, dall’altra, sono due circostanze del tutto complementari. Meditare sulla natura, anche se in determinati casi solo mediante un filmato, è imprescindibile perché la natura è anche la nostra stessa coscienza.
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Guardare sotto la superficie – osservare ad oltranza per cercare di discernere ciò che lì per lì non può essere compreso perché offuscato da pregiudizi o immaginazione – è proprio l’inizio della meditazione.
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La meditazione può propagarsi come una splendida fiamma di pura e gioiosa energia coinvolgendo tutti coloro che esploreranno il tuo medesimo silenzio.
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La meditazione appartiene a tutti, non è induista, buddhista o cristiana. Non è sinonimo di spiritualità generica, ma è un dono per chiunque ne faccia buon uso.
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Toni modulati dietro una cortina di mistero. La meditazione è efficace nel promuovere l’espansione della propria consapevolezza. Con la meditazione si otterrà un rilassamento profondo, una buona sincronia degli emisferi cerebrali per procedere all’esplorazione della mente super-cosciente.
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Lavorare a maglia è come un mantra? Quasi tutte le attività umane che arrecano benessere possono, in qualche modo, ricondursi all’atto di meditare. Ma la meditazione non è un training che assopisce o inebria. Non comporta dimenticanza. Non è una prassi che reitera gesti, movimenti, frasi che diventano litanie o quant’altro. La meditazione è soprattutto un esercizio d’attenzione. Dubito, quindi, che la ripetitività manuale di chi lavora a maglia possa considerarsi alla stregua di un vero e proprio atto meditativo. A meno che, naturalmente, non si proceda in modo vigile consentendo il libero flusso dei pensieri e ancorandosi, soprattutto, al gesto primario: il fil di lana come l’ermetico intreccio della vita.
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Rilassatevi con il suono di una tempesta sul mare, il rumore delle onde che s’infrangono contro le rocce e quello del vento che urla, ma senza alcun accompagnamento musicale. Dopo qualche minuto cominciate a chiedervi (sempre se la domanda non sia già sorta spontaneamente): chi è colui che ascolta? Sicuramente la coscienza! E’ vero, tuttavia in molti avranno in aggiunta la sensazione che dietro questa presunta coscienza ci sia pur sempre un enigma da risolvere. Ebbene risalite ancora all’origine della percezione sino al punto di contatto con l’esistenza medesima, accettatelo e rilassatevi consapevolmente, finalmente in meditazione.
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Panta rei: il nesso con la meditazione? Sia la tua meditazione come l’acqua! Chiudi o socchiudi gli occhi e contempla o immagina questa sensazione finché non avvertirai che tutto scorre, che la tua coscienza è divenuta chiara, limpida e fluida come l’acqua.
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Colui che medita dovrebbe astenersi dall’immaginare e rilassarsi con uno spirito di accettazione attendendo che il cielo della propria coscienza, dapprincipio oscurato dalle nubi pensiero, si schiarisca da sé.
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Può la meditazione aiutare a superare la sofferenza? Si, ma dovremmo, innanzitutto, rinunciare a darci pena per far sì che le cose siano come fantastichiamo che dovrebbero essere.
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Meditazione è consapevolezza (non nel senso di coscienza, ma di realizzazione) che l’io è una forma cava.
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Non dimentichiamo che gli esercizi dello Hata Yoga non sono mai finalizzati all’esclusiva forma fisica. Senza dilungarci, si tratta di un percorso corpo-mente indirizzato, fondamentalmente, verso l’equilibrio interiore. Nei tempi antichi sopperivano, tra l’altro, all’inattività di lunghi periodi di meditazione. Oggi potrebbero essere eseguiti prima della meditazione in modo da favorirne il relativo rilassamento.
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Gli effetti calmanti di determinate musiche concepite appositamente per la meditazione ti aiuteranno a raggiungere un livello di relax ottimale. Non dovrai fare null’altro di particolare se non ascoltare, evitando tuttavia che l’immaginazione si frapponga tra te, il tuo sé più intimo, ossia la pseudo-entità animica che ti accingi ad esplorare e la percezione dei suoni. La chiave dell’esercizio è soprattutto l’attenzione. Non attribuire troppa importanza, dunque, ai pensieri molesti che lì per lì tenteranno, probabilmente, di distrarti ricorrendo ai trucchi più assurdi. Osserva gli eventuali pensieri con relativo distacco e persisti dolcemente nell’ascolto. Persevera solo fintantoché ne trarrai beneficio.
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Meditare ascoltando un po’ di musica – evitate ritmi che assopiscono – può essere vantaggioso se non preliminare a una successiva fase di silenzio. In pratica può essere una maniera tanto rapida quanto agevole per introdurre una successiva sessione di meditazione. Stavolta immaginate una spiaggia lambita dalle onde. Immaginate di essere distesi e isolati. Ascoltate, quindi spegnete il tutto e rimanete in assoluto silenzio.
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Per tanto tempo sono stato contrario a meditare con la musica, ma poi ho constatato che ci sono taluni che ne traggono beneficio, fermo restando il fatto, ovviamente, che ad un certo punto di una sessione o della pratica in generale è indispensabile mollare anche la musica.
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1 ora di relax con il suono dell’acqua che scorre tranquilla. La calma si espande via via sino a comprendere gli aspetti più insoliti del nostro approccio alla meditazione. L’accettazione del gradevole gorgoglio non comporta solo la distensione dell’entità mente-corpo. Il beneficio somiglia, piuttosto, a una sorta di purificazione interiore. Una panacea che proviene dall’insondabile per non fermarsi mai. L’esplorazione di quello strano territorio che va al di là dei propri limiti interiori non sembra più un’impresa. Tant’è che non vi sarà nulla di mirabolante. La frescura psicologica ti sovviene qui, ora, nel medesimo luogo in cui ti ri-trovi, dov’eri già da sempre prima ancora di nascere. Sicché ti accadrà di meditare senza la benché minima intenzionalità pregressa.
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Una musica profonda e rinfrescante il cui ascolto ti riconcilia rapidamente con te stesso, quella minuscola entità egoica che dai sempre per scontato di conoscere appieno mentre, al contrario, è il soggetto più estraneo che tu possa aver giammai persino supposto d’incontrare. E come il ritmo scorre calmo e al contempo rapido tu chiudi gli occhi e spicchi un volo, ma quiescente, verso i lidi dell’incontaminato … silenzio alla sorgente medesima da cui sgorgano, si riflettono in mille e poi mille fantasmagorici rivoli di luce e infine, mestamente, ma fortificati nella periferia come nell’essenza, ritornano.
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In questo caso non devi prestare particolare attenzione alla musica. Lascia che sia un dettaglio, un sottofondo ambientale del panorama esistenziale in cui ti ritrovi tuo malgrado immerso. Assumi una posizione consona, anatomicamente corretta e rimani consapevole del contesto il più a lungo possibile. Qualora si presentino dei pensieri molesti comportati come sempre. Ossia osservali, valutali un attimo, e consenti loro di proseguire nella folle corsa che li ha, sin qui, contraddistinti. Ciò non significa che tu debba sopprimerli, sarebbe impossibile. La chiara mente farà ben presto la sua comparsa sorprendendoti e rilassandoti senza meno.