Quante volte ci imbattiamo in difficoltà perché non riusciamo a prevedere i pericoli? Il terzo occhio, o occhio interiore, è come un radar spirituale: ci avverte degli ostacoli sul nostro cammino, guidandoci lontano dalle scelte sbagliate. Purtroppo, per molti questo strumento è “guasto”, compromesso da una vita caotica e disordinata. Tuttavia, sviluppare il terzo occhio significa creare le condizioni per una consapevolezza superiore, capace di illuminare il nostro percorso. Anche se alcuni eventi sono predestinati e inevitabili, la maggior parte delle sfide può essere anticipata e affrontata con saggezza. La meditazione e una vita equilibrata sono chiavi per risvegliare questa guida interiore.
«Quante sventure capitano agli esseri umani perché non vedono i pericoli che corrono prendendo una certa decisione o lanciandosi in una determinata impresa! Partono tranquillamente senza vedere nulla, senza prevedere nulla, e si gettano direttamente nelle difficoltà. Se avessero saputo sviluppare il loro occhio interiore, questo li avrebbe avvertiti, poiché quell’occhio, che a volte viene chiamato “terzo occhio”, è come un radar: invia onde che, ritornando, ci avvertono degli ostacoli che si presentano sul nostro cammino. Nella maggior parte delle persone, però, quel radar è guasto, perché la vita disordinata che esse conducono si oppone al suo buon funzionamento.
È vero che ci sono casi in cui l’occhio spirituale, anche se sviluppato, non ci avverte, ossia quando certi avvenimenti sono determinati in anticipo dai Ventiquattro Vegliardi, i Signori dei destini, e devono necessariamente realizzarsi. Anche se li vediamo o li sentiamo arrivare, non possiamo evitarli, e dovremo affrontarli alla luce della Scienza iniziatica. Ma altrimenti, in generale, se abbiamo saputo preparargli le condizioni, l’occhio spirituale è lì per avvertirci e guidarci.»